Estradato in Italia dal Montenegro il latitante Massimo Riella evaso da Como

17 Dic 2022 9:02 - di Silvio Leoni

Era riuscito a fuggire con una rocambolesca evasione lo scorso marzo dal carcere di Como dove era detenuto con l’accusa di furto e rapina aggravati ma, ieri sera, Massimo Riella è stato estradato e riportato in Italia dal Montenegro dove era riparato e dove è stato rintracciato.

L’operazione è stata condotta da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, articolazione operativa della Direzione Centrale della Polizia Criminale, al termine di una procedura di estradizione con il Montenegro.

Partito dall’aeroporto di Tirana, il volo con il quale l’ex-latitante è stato riportato in Italia, è atterrato intorno alle 18 allo scalo romano Leonardo Da Vinci.

Cittadino italiano, Massimo Riella era stato arrestato il 12 luglio 2022 a Podgorica, in Montenegro, in seguito alle indagini svolte dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria in collaborazione con i carabinieri di Menaggio.

Massimo Riella si era rifugiato in Montenegro nel tentativo di sfuggire ai provvedimenti giudiziari emessi nei suoi confronti dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Milano e dal Tribunale di Como per furto e per rapina aggravati., era stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le Indagini Preliminari di Como il 29 novembre dell’anno scorso, per rapina aggravata in concorso – in carico alla Casa Circondariale di Como a seguito di evasione e da un provvedimento esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale di Milano lo scorso 27 maggio, ai fini dell’espiazione di una pena residua di anni 1 e mesi 6 di reclusione per furto aggravato – in carico alla Questura di Como – Divisione Anticrimine.

La storia criminale di Riella inizia anni fa, con piccoli furti culminati, nel 2021, con l’arresto per il possesso di un fucile con matricola abrasa.

Una volta arrestato e posto agli arresti domiciliari, Massimo Riella era evaso ed era stato, poi, accusato di aveva rapinato una coppia di anziani, minacciandoli con un coltello.

Ma lui ha sempre negato di essere il responsabile anche se, nel corso delle indagini, era state trovate tracce del suo dna nell’abitazione delle vittime.

Sfuggito per settimane all’arresto, rifugiandosi nei boschi attorno al lago di Como, era stato infine portato nel carcere comasco del Bassone.

Ma il 12 marzo scorso, ottenuto un permesso dal carcere per andare a visitare la tomba di sua madre, era riuscito a sfuggire agli agenti della scorta che gli era stata posta accanto, aggredendoli e poi dileguandosi.

Riella si era rifugiato, secondo gli inquirenti, nei boschi attorno al lago di Como, zone che evidentemente conosceva bene perché non gli erano nuove per simili imprese, probabilmente aiutato da qualche amico del posto, ma le pressanti ricerche degli inquirenti non avevano condotto a nulla: da qui il sospetto che Riella potesse essersi recato all’estero.

Le ricerche, diffuse ovunque, attraverso la rete Interpol e tramite un mandato di arresto europeo, si sono spostate al di fuori dell’Italia.

Ai primi di luglio 2022, la sorpresa: grazie a intercettazioni telefoniche e al supporto della autorità montenegrine, la polizia penitenziaria di Milano, delegata alle indagini, era riuscita a  identificare, con precisione, il rifugio di Riella, un appartamento alla periferia della capitale montenegrina, Podgorica, dove il ricercato è stato arrestato nella mattinata del 12 luglio e lì portato in carcere, in attesa di estradizione.

Pochi giorni fa Riella è stato consegnato alle autorità albanesi, in accordo con quelle italiane, per riportarlo nel nostro paese nella maniera più rapida possibile attraverso l’aeroporto di Tirana, accompagnato da una scorta rafforzata di agenti dello S.C.I.P., in ragione della pericolosità e dei precedenti di fuga.

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