Bimbo in fin di vita per le botte del nonno acquisito. Anche la nonna indagata. Disperato il padre

29 Dic 2022 18:05 - di Redazione

Una brutta storia di violenza che ha condotto in fin di vita un bimbo di soli 6 anni. A ridurlo così il compagno della nonna. Non era stato investito da un’auto pirata, come inizialmente si era creduto. L’episodio è avvenuto a Ventimiglia la mattina del 19 dicembre scorso. Il bimbo è in coma farmacologico all’ospedale Gaslini di Genova.

Il nonno acquisito ha confessato

la confessione è arrivata ieri quando L.C. si è presentato in commissariato, accompagnato dal proprio avvocato, per rendere spontanee dichiarazioni. L’uomo, poi interrogato dalla pm Maria Paola Marriali, è ora indagato assieme alla nonna (in stato di libertà) per lesioni gravissime.

Al papà avevano detto che il piccolo era stato investito

Il bambino – riporta il Corriere.it – “era stato raccolto dal compagno della nonna e portato in auto sul posto di lavoro del padre, ad almeno tre chilometri di distanza dal luogo del ritrovamento: l’anziano aveva parlato di un investimento da parte di un’auto pirata, ma le telecamere della zona non hanno rilevato all’ora indicata il passaggio di mezzi”.

A vegliare il piccolo è il papà Simone, piccolo commerciante di Ventimiglia. Il ragazzino ha subìto frattura a otto vertebre e a un braccio, la perforazione di un polmone e lesioni alla milza. La prognosi è ancora riservata.

La versione che non convince gli inquirenti

“Pare – scrive sempre il Corriere.it – che il settantenne nonno acquisito avesse avuto una reazione furiosa per l’eccessiva vivacità del ragazzino. «Stavo spostando dei mobili, mi disturbava». La nonna aveva raccontato di aver preparato la bistecca impanata per R. e per il suo fratellino che ha 5 anni. E che lo avesse chiamato più volte: «È pronto tesoro, vieni a mangiare». Sarebbe stato in quel momento che il nonno acquisito avrebbe detto «vado a cercarlo io», con un bastone delle tende (bastone compatibile per gli inquirenti con le botte ricevute al braccio fracassato)”. Una versione che non convince gli inquirenti che seguono altre piste. Cosa ha scatenato davvero la furia dell’uomo? Forse i racconti del fratellino potrebbero portare a ricostruire con esattezza una vicenda dai contorni inquietanti.

Non si dà pace il padre del bimbo

«Non riesco a darmi pace – ha scritto in un post il padre del bimbo in coma, costernato anche per il comportamento di sua madre che avrebbe “coperto” il compagno violento  –  Non posso sopportare che al mio bambino sia stato fatto tutto questo. Ha avuto anche la faccia di venirmi a dirmi in ospedale `forza´! Devi marcire lentamente». Il genitore aggiunge: «Dove hai trovato il coraggio di commettere un gesto simile, se questa è la verità! Figlio mio, sto lottando con tutto me stesso per te, per i tuoi diritti, per la tua dignità».

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