Anarchici, dopo gli attentati ecco le scritte sui muri di Roma. Coppe: attenzione alle buste esplosive

3 Dic 2022 20:21 - di Roberto Frulli

Dopo gli attentati incendiari dei giorni scorsi a Madrid, con lettere esplosive recapitate a sedi istituzionali – come l’ambasciata ucraina nel capoluogo spagnolo – e in Grecia, quest’ultimo contro la prima consigliera d’ambasciata d’Italia ad Atene, Susanna Schlein, sorella della candidata alla segreteria del Pd, Elly Schlein, gli anarchici escono allo scoperto a Roma inaugurando nella Capitale la loro campagna autunnale italiana contro il 41bis, la misura restrittiva irrogata all’anarchico Alfredo Cospito, ristretto in carcere e punto di riferimento della galassia anarchica.

L’occasione è il corteo contro la guerracirca 6mila i manifestanti – che sfila per le vie di Roma.

Tra gli striscioni al corteo promosso dal sindacalismo di base all’indomani dello sciopero generale e sceso in piazza nella Capitale contro la guerra e il carovita spunta anche uno striscione dedicato all’anarchico Alfredo Cospito al 41bis, quando oramai i manifestanti sono arrivati a piazza San Giovanni dove la manifestazione è previsto che termini

Fuori Alfredo dal 41bis” recita la scritta a caratteri bianchi su uno striscione nero. E sui muri delle strade dove il corteo è sfilato ecco comparire le scritte.

D’altra parte nella consueta Relazione dei Servizi consegnata al Parlamento nel febbraio di quest’anno gli analisti italiani avevano messo in guardia sull’attivismo anarchico il cui ultimo attentato segnalato dagli 007 era quello incendiario del 14 marzo ai danni del portone d’ingresso dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma, rivendicato in forma anonima su un sito anarchico creato ad hoc nella primavera del 2020.

“L’azione intelligence, in stretto raccordo informativo con le Forze di polizia, ha continuato a evidenziare, nello scenario eversivo interno, la particolare pericolosità delle componenti anarco-insurrezionaliste – si avvertiva nel documento consegnato al Parlamento. – Si è, infatti, nuovamente rilevata la propensione di tali realtà a mobilitarsi su un “doppio livello”, che prevede un attivismo tanto di caratura “movimentista” inteso a infiltrare le manifestazioni per promuovere più veementi pratiche di protesta, quanto di più marcata valenza terroristica con il compimento della tipica “azione diretta distruttiva” contro diversi target, correlati ad altrettante varie campagne di lotta”.

“In linea con una ideologia intrinsecamente ostile a ogni forma di “dominio” e, dunque, nella fase attuale, fermamente contraria alle restrizioni imposte dalla crisi sanitaria, le compagini libertarie hanno partecipato in maniera crescente alle contestazioni contro le misure anti-contagio – ricordavano gli 007 –  facendo registrare, soprattutto sul finire dell’anno in alcune piazze del Nord Italia, tentativi di sobillare i manifestanti ad attaccare i dispositivi delle Forze dell’ordine poste a tutela dell’ordine pubblico”.

Ma, appunto, ora, i nuovi attentati incendiari di questi giorni in giro per l’Europa e le scritte apparse oggi sui muri della Capitale, si immagina l’inizio di una più pesante campagna autunnale. E nelle sedi istituzionali si alza il livello di alert anche per intercettare eventuali lettere esplosive che potrebbero arrivare come è accaduto in Spagna.

Spiega l’esplosivista Danilo Coppe, approfittando per mettere in guardia su queste missive particolarmente insidiose: “le lettere funzionano a strappo o a estrazione. Quando strappi il lembo puoi attivare oppure apri la busta correttamente ed estrai il contenuto attivando ugualmente il meccanismo. Sono in genere questi i due sistemi prevalenti perché altrimenti durante il trasporto postale il corriere rischierebbe di farla esplodere”.

Ma come si fa a scoprire una busta esplosiva? “Nel 99,9 per cento dei casi questi dispositivi possono essere scoperti in anticipo grazie ad alcuni apparecchi – rivela Coppe – che non costano neanche tanto, meno di mille euro, e che sono prodotti da un’azienda italiana, di Arezzo, la Ceia. Riescono a ‘leggere’ tutte le parti interne delle buste ”.

“Ovviamente nei posti ad alto rischio diventa un sistema integrato, quindi se la lettera risulta pericolosa viene, a quel punto, fatta passare sotto uno scanner a raggi X. Insomma c’è tutta la tecnologia che si vuole. Ovviamente nel momento in cui l’apparecchio Ceia ha segnalato un’anomalia e lo scanner a raggi X ha identificato il contenuto bisogna fare intervenire gli artificieri”.

Ma come è fatta una lettera esplosiva? Che tipo di esplosivo viene utilizzato in genere? Ci sono fili elettrici?

“Normalmente questo tipo di buste hanno delle rigidità per cui i fili elettrici non li senti. Oltretutto ci sono fili elettrici che sono estremamente sottili e con una pila a bottone da orologio riesci ad alimentare l’innesco. Non posso scendere troppo nei particolari perché altrimenti spiego come si deve fare. Certe curiosità è meglio non alimentarle. Normalmente questi fili elettrici sono collegati ad una resistenza che, quindi, scaldandosi, attiva del materiale pirotecnico, quindi polvere flash o polvere nera che se in fase compressa può staccare le dita o ferire agli occhi le persone. Difficile che in una busta ci sia una quantità tale da ammazzare qualcuno ma da mutilarlo sicuramente”.

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