Vespa: Soumahoro? “Non bastano gli stivali”. E bacchetta la sinistra sulla scelta dei suoi miti

29 Nov 2022 15:45 - di Giulia Melodia
Vespa Soumahoro

Bruno Vespa commenta – e sferza stilettate in punta di fioretto – sul caso Soumahoro e le implicazioni a sinistra delle vicende che hanno indotto il neo-onorevole ad auto-sospendersi, facendo tirare un gran sospiro di sollievo – ironizza l’anfitrione di Porta a Porta – ai due partiti alleati, Verdi e Sinistra Italiana, che hanno candidato e portato in Parlamento l’ex bracciante simbolo dello sfruttamento degli immigrati, che dietro la maschera del vittimismo ha rivelato il volto di un protagonismo ora al centro di un dibattito infuocato.

Vespa sul caso Soumahoro a “Quarta Repubblica”

Fino a prima dell’esplosione del caso giudiziario culminato nella sua auto-sospensione dal partito “alleato” di Verdi e SI, Soumahoro incarnava il volto della causa immigrazionista nella versione della favola buonista, con tanto di happy end sancito con la promozione parlamentare. Il simbolo del self made man in arrivo da un girone dell’inferno e pronto ad affrontare la sfida cosmologica nelle volte dei cieli istituzionali con gli stivali sporchi di fango. Poi, iconologia e sostanza sono crollati sotto il peso delle inchieste che coinvolgono i suoi più stretti familiari: moglie e suocere. Sotto l’onda d’urto delle accuse a lui dirette, personalmente, da ex collaboratori e braccianti.

Vespa smonta Soumahoro e il mito “ingannevole” degli stivali sporchi di fango…

E ieri, commentando la vexata quaestio dallo studio di Quarta Repubblica, Bruno Vespa ha riassunto in poche, ma eloquenti battute, ascesa e caduta dell’uomo icona della sinistra. A partire da una considerazione basilare inerente il ruolo dei giornalisti nella fabbricazione (o al contrario, della delegittimazione) di un caso mediatico. Asserendo : «Rischiamo di costruire dei miti che poi non si rivelano tali. Non bastano un paio di stivali. Sono un simbolo, ma non bastano. Per la sinistra era un simbolo perfetto, ma da maneggiare con cura»…

I giornalisti devono andarci cauti, ma i politici dovevano esserlo ancor di più

Come a dire: bisognava andarci cauti. E oggi, le inchieste della Procura di Latina. Le lacrime di Soumahoro nel video dei risposta alle polemiche politiche. E la beffa che eleva all’ennesima potenza l’indignazione sul caso ad ogni nuova acquisizione d’indagine, lo dimostrano ogni giorno di più. Tanto da indurre Vespa a riflettere sul ruolo dei giornalisti, e a sottolineare a riguardo: «Professionalmente rischiamo di fare delle scivolate. Rischiamo di costruire dei miti che poi si rivelano miti fragili. I primi a dover stare attenti siamo noi».

Un uomo e un simbolo che andavano “maneggiati con cura”

Aggiungendo a stretto giro: «Possiamo sbagliare tutti, ma se invitiamo una persona in una trasmissione in genere andiamo a vedere come si muove. Cosa fa. Chi è. Non mi bastano un paio di stivali… Saremo troppo esigenti, ma non bastano. Sono un bel simbolo, ma non bastano». E a quel simbolo – e a tutte le sue declinazioni possibili – la sinistra ci si aggrappata eccome. Ma, rileva ancora Vespa: «Candidare una persona rappresenta un’assunzione enorme di responsabilità di un leader nei confronti dei suoi elettori, potenziali e reali».

Vespa, Soumahoro e la sinistra che l’ha eletto a simbolo e candidato? Diciamo che c’è stato un difetto di istruttoria

Concludendo infine: «E allora, vogliamo essere buoni? Diciamo che c’è stato un difetto di istruttoria…». Il giudizio finale è sospeso, certo. E legato all’evolversi di inchieste e aggiornamenti politici. Ma la sentenza di Vespa, (clicca qui per il video del suo intervento a Quarta Repubblica) al momento, almeno sul versante politico, sembra tutt’altro che assolutoria.

(Video dal sito Mediaset Infinity).

 

 

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