Vaticano, dalle chat di Becciu la preoccupazione per la Chiesa: come ne uscirà?

25 Nov 2022 14:02 - di Roberto Frulli

Le prime chat estrapolate dalle parziale esame delle copie forensi dei cellulari sequestrati a Tonino Becciu, fratello del cardinale sardo Angelo Becciu, e a due amiche di famiglia, e Maria Luisa Zambrano e Giovanna Pani, rispettivamente madre e figlia, visionate dall’Adnkronos, “seppur non appaiano fornire fonti di prova di fatti costituenti reato – scrive la guardia di Finanza di Oristano nell’informativa consegnata agli inquirenti del Vaticano – descrivono l’habitat (maturato nella cerchia dei familiari e dei più stretti congiunti degli odierni indagati) nel quale l’argomento del processo” in cui è coinvolto l’alto prelato “viene trattato, restituendo una serie di commenti e valutazioni” le quali “dimostrano l’esistenza di un regime condiviso di sostanziale ostilità nutrito da costoro verso le autorità giudiziarie vaticane e verso il Pontefice”.

In realtà Becciu appare quasi incredulo di quanto gli sta accadendo, preoccupato per le sorti della Chiesa – “Come ne uscirà la Chiesa? A me le ossa le hanno già rotte e quindi non farò più notizia”, si chiede – convinto della propria innocenza e quasi incredulo di fronte all’offensiva giudiziaria che lo vede indagato.

Lui è i congiunti si scrivono spesso in sardo sulla chat.

“Che razza di responsabilità si sono assunti chi ha adottato questa politica di falsa e inopportuna trasparenza”, continua il cardinale che nella chat scrive in sardo. “Tutti come pere cotte ne scendiamo”, si lamenta concludendo: “credibilità zero”.

La Finanza spiega che dal cellulare di Becciu è emersa la registrazione di una telefonata con il Papa a partecipò anche Maria Luisa Zambrano, figlia di Giovanna Pani, una conoscente del cardinale e un’altra persona.

E con quella telefonata, che aveva come argomento, i tentativi condotti dall’esperta di intelligence, Cecilia Marogna per la liberazione di una suora colombiana rapita, secondo le Fiamme Gialle “si intendeva spingere il Papa ad affermare circostanze di una qualche utilità” per il processo che stava per iniziare.

A introdurre con Bergoglio l’argomento proprio l’interlocutore artefice della registrazione (il cardinale Angelo Becciu), motivo per cui – si legge nell’informativa della Guardia di Finanza di Oristano visionata dall’Adnkronos – ”le operazioni di registrazione appaiono essere state preventivamente orchestrate al fine di ottenere dal Papa informazioni che, seppure possano apparire richieste poiché ipoteticamente idonee alla difesa del cardinale nel corso del processo che si sta celebrando in Vaticano, a prescindere non si sarebbero dovute partecipare a terzi in quanto di natura riservata”.

“Non pensavo arrivasse a questo punto: vuole la mia morte”, scrive Becciu in un messaggio a Giovanna Pani il 22 luglio dello scorso anno, due giorni prima che, con l’aiuto della figlia di questa, Maria Luisa Zambrano, registrasse la telefonata con Papa Francesco.

Nella chat riportata nell’informativa dei finanzieri di Oristano la donna lo invita ad avere coraggio, “vedrai che la verità trionferà”, gli dice. E lui: “Per ora sono loro a trionfare e trafiggerci!”. “Ma la vittoria sarà degli onesti”.

“E’ cattivo, vuole la tua fine” scrive Pani a Becciu, riferendosi a “su Mannu”, che tradotto dal dialetto sardo significa “il Papa”.

A quel punto il cardinale risponde: “Non vuole fare brutta figura per la condanna iniziale che mi ha dato”. E ancora: “Mai avrei immaginato (che) non un Papa ma (che) un uomo arrivasse a tanto”.

Pani allora gli risponde: “E’ un grande vigliacco, ma tu combatti e fai risplendere la verità, è dura lo so, coraggio vinceremo in pieno”, “c’è del marcio in Vaticano”.

Cecilia Marogna “nulla ha avuto mai a che fare con la gestione economica finanziaria della famiglia Becciu”, afferma all’Adnkronos Riccardo Sindoca, procuratore in atti dell’esperta di intelligence, “rammaricata e basita di quanto appreso ieri e stamane” in riferimento a quanto emerso dagli atti dell’inchiesta emersi nell’ambito del processo che vede coinvolto il cardinale Giovanni Angelo Becciu.

Quanto emerso, fa sapere Sindoca, è “esclusivamente ascrivibile” alla “famiglia del cardinale Becciu in ordine alle ipotesi di reato confermate dal promotore di giustizia per la conduzione delle loro attività economiche” posto che Cecilia Marogna ne è “sempre stata del tutto estranea, così come da sempre per qualsivoglia deriva affaristica che abbia riguardato questo processo”.

Marogna rimarca che nulla ha avuto mai a che fare con la gestione economica finanziaria della famiglia Becciu, cui la legava solo sincero affetto ma nutrito per consequenziale rispetto del cardinale”, continua Sindoca aggiungendo che tuttavia “a quanto pare e per come appreso con sconcerto dalle parole profuse dal fratello del cardinale, Tonino Becciu, tale affetto venne mal risposto poiché, all’insaputa della interessata” per “nulla apprezzato dagli stessi”.

Insomma, anticipa Sindoca, Cecilia Marogna ”si riserva fin d’ora qualsivoglia azione a tutela del suo buon nome anche nei confronti della famiglia Becciu per quanto già profferito ritenendo tale atteggiamento diffamante ed ingiurioso”, conclude il procuratore.

 

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