Tumori, Mantovani: “Il successo dei vaccini anti-Covid riaccende la speranza, dati incoraggianti”

5 Nov 2022 13:20 - di Redazione

Ottimismo sul fronte dei vaccini terapeutici anticancro. A sperare in una prospettiva vicina è Alberto Mantovani. “Un dato è certo – dice all’Adnkronos – il successo dei vaccini a mRna per Covid ha rinvigorito tutto questo mondo”. Il direttore scientifico dell’Humanitas di Rozzano (Milano)  fa il punto. In una recente intervista l’immunologa Ozlem Tureci, fra i fondatori di BioNTech, ha dato come possibile un orizzonte temporale compreso entro il 2030.

Mantovani: dopo i vaccini anti-covid buone notizie sul cancro

“Se abbiamo avuto i vaccini contro Covid –  dice Mantovani – è stato anche grazie alla ricerca contro il cancro. Perché i colleghi dell’università di Mainz che hanno dato origine a BioNTech, in particolare Christoph Huber che è un oncologo, stavano cercando da 20 anni di sviluppare vaccini terapeutici contro il cancro. Quindi avevano tutta la tecnologia e avevano fatto la sperimentazione nell’uomo. Dal cancro si è arrivati ai vaccini preventivi contro Covid . E ora si torna al cancro, adattando la tecnologia e con una spinta nuova. I dati iniziali ci sono già, sono già stati resi pubblici e pubblicati su riviste molto autorevoli”.

Tre strategie nella lotta ai tumori

Mantovani spiega che sono allo studio 3 strategie. “Una, sempre sulla base di un vaccino a mRna, è una strategia altamente individualizzata. Nel tumore del paziente A identifico i bersagli contro cui dirigere il vaccino. Ma è un vaccino che funziona per quel paziente e non per altri. Una seconda strategia è quella di dire: troviamo il minimo comune denominatore fra i vari tumori dei pazienti A, B, C, D, e così via. E facciamo un vaccino diretto contro questo minimo comune denominatore. Questo sarebbe molto più sostenibile di un vaccino ad personam. Infine una terza strategia è combinare un vaccino a mRna con una terapia cellulare, cioè linfociti T diretti contro un bersaglio. Questa è una strategia un po’ più sofisticata e difficile. Per tutte e tre ci sono dei dati di sperimentazione clinica iniziale incoraggianti”.

Dati incoraggianti, il 2030 è un orizzonte possibile

In Italia, aggiunge l’esperto, ci sono anche altri approcci “Nella mia istituzione, per esempio, c’è Maria Rescigno che è una grande esperta di microbioma. E dell’interazione dei microbi con il sistema immunitario”. La ricercatrice “sta portando in clinica la sperimentazione di un vaccino il cui principio è fortissimamente innovativo. Unico come lo erano i vaccini a mRna. Utilizza dei segnali microbici per far tirare fuori alle cellule tumorali delle bandierine visibili dal sistema immunitario. È un vaccino anticancro diretto, al momento, verso due tipi di tumori: melanomi e sarcomi e sta iniziando il percorso in clinica. E ce ne sono anche altre di ipotesi”. Il 2030 è un orizzonte plausibile. Ma il condizionale è d’obbligo. Mantovani è ottimista. Con il covid ha sbagliato previsioni. “Ho detto che, se andava bene, avremmo avuto un vaccino in 18 mesi contro Covid. In realtà ce l’abbiamo avuto in meno di un anno. E spero di sbagliarmi ancora”.

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