Tre navi Ong con 1000 migranti premono sulla Sicilia. Rifiutano la rotta sui Paesi di bandiera

2 Nov 2022 17:07 - di Martino Della Costa
migranti

Al momento sono tre le navi delle Ong in mare che bussano con veemenza ai nostri porti: Ocean Viking, Geo Barents e Humanity1. Tutte posizionate strategicamente attorno alla Sicilia. Complessivamente hanno a bordo circa 1000 migranti, e continuano ad inasprire i toni e ad esercitare pressione sulle autorità italiane, pretendendo lo sbarco, ovviamente sulle nostre coste. Dove, per ora, non hanno l’autorizzazione di attraccare. L’Europa nel frattempo, come sempre fa orecchie da mercante. Con la presidenza ceca di turno che si limita a proporre una bozza interlocutoria sui ricollocamenti, che rimanda a una sorta di «solidarietà flessibile».

Migranti, mentre l’Europa fa orecchie da mercante…

Ossia, spiega Il Giornale a riguardo, «al di là del tetto massimo, fra i 5mila e 10mila aventi diritto all’asilo, non è previsto alcun obbligo di solidarietà. Ovvero i Paesi comunitari possono o meno accogliere le persone sbarcate da noi». Che, ad oggi, sono oltre 85mila. E con stime sull’immediato futuro che, per difetto, gli addetti ai lavori prevedono diventeranno 91.500 arrivi a fine anno. Con la possibilità che, se si continuassero a registrare i ritmi di approdo del mese di ottobre, si rischierebbe di raggiungere il record dei 100mila sbarchi.

… Tre navi Ong premono al largo della Sicilia con 1000 migranti

Dunque, sono tre le navi che ospitano i circa mille migranti soccorsi nei giorni scorsi nel Mediterraneo centrale, e che premono per ottenere un porto italiano. Dopo diverse richieste indirizzate a Malta, che La Valletta ha come al solito ignorato e rispedito al mittente, Ocean Viking, Geo Barents e Humanity1 bussano alle nostre porte, ma per ora non hanno l’autorizzazione per attraccare in un porto italiano. Eppure escludono aprioristicamente di prendere in considerazione di rivolgersi a Francia, Germania o Norvegia, i Paesi di riferimento delle navi umanitarie delle Ong.

Malta fa spallucce e ignora le tre imbarcazioni Ong che battono bandiere tedesca e norvegese

«Le autorità maltesi sono state informate prima, durante e dopo. Ma non hanno mosso un dito per coordinare i soccorsi», denunciano da Msf. E allora, a proposito di Medici senza frontiere, sono 572 i migranti sono a bordo della Geo Barents, che batte bandiera norvegese e non è mai approdata in un solo porto che non fosse un punto di sbarco italiano. Humanity 1 ha soccorso 179 persone, che sono partite dalla Libia o dai loro Paesi d’origine, in mano a spregiudicati trafficanti. Anche Humanity 1, come noto, batte bandiera tedesca, ma finora ha sbarcato i suoi passeggeri sempre sulle coste del Belpaese.

Le Ong alzano la voce: vogliono sbarcare solo in Italia

Poi c’è la Ocean Viking di Sos Mediterranee, con a bordo 234 persone. Anche in questo caso la Ong protesta chiedendo «che venga trovata una soluzione immediata per il loro sbarco». Ma non ventila nemmeno lontanamente la possibilità di dirigersi verso Marsiglia o un altro dei territori dove l’organizzazione non governativa si è formata. A maggior ragione, figuriamoci se possa mai prendere in considerazione l’eventualità di fare rotta sulla Norvegia, il Paese che ha concesso la bandiera per far navigare la Ocean Viking.

Nel frattempo Lampedusa registra altri sbarchi

Nel frattempo, la cronaca degli sbarchi registra l’ennesimo approdo a Lampedusa di quaranta migranti. Che gli uomini della Guardia di finanza hanno intercettato nelle acque antistanti l’isola a bordo di un barchino lasciato alla deriva. Ai soccorritori hanno detto di essere partiti da Sfax, in Tunisia, lunedì notte. Arrivano da Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Nigeria, Sierra Leone e Burkina Faso. Dopo un primo triage sanitario al Molo Favaloro sono stati condotti nell’hotspot di contrada Imbriacola. Anche loro si aggiungono ai 332 che ieri, in nove diversi approdi, hanno raggiunto la più grande delle Pelagie.

La prefettura e il Viminale lavorano ai trasferimenti per alleggerire la pressione sull’hotspot

E anche per loro, dopo un primo triage sanitario, è stato disposto il trasferimento nell’hotspot di contrada Imbriacola. Dove le presenze hanno raggiunto quota 1.290, a fronte di una capienza di 350 posti. La Prefettura, d’intesa con il Viminale, lavora ai trasferimenti per alleggerire la pressione sul centro. Tra stamani e stasera in 190 dovrebbero lasciare l’isola a bordo del traghetto di linea diretto a Porto Empedocle.

Migranti, Meloni e il “Piano Mattei”: l’unico modo di affrontare la questione è far parlare l’Africa con l’Europa

Una situazione allo stremo, quella che il governo di centrodestra ha ereditato da chi lo ha preceduto. E su cui il presidente del Consiglio punta innanzitutto a fare chiarezza. «Mi pare che la politica sull’immigrazione sia cambiata fin dai primi giorni di governo», spiega Giorgia Meloni a Bruno Vespa nel suo ultimo libro, La grande tempesta. Quindi prosegue: «È cambiato innanzitutto l’approccio strategico. L’immigrazione, prima di essere un problema di politica interna e di ordine pubblico, è un problema di politica estera e di geopolitica. L’unico modo per risolverlo è far parlare l’Africa con l’Europa. Per questo – aggiunge il capo del governo – ho lanciato il progetto di un piano Mattei, rifacendomi al grande stratega fondatore dell’Eni che riscattò i Paesi produttori di petrolio dal colonialismo delle grandi compagnie americane».

Dal ripristino dell'”operazione Sophia” al blocco navale

Pertanto, entrando nel merito della questione migratoria e della crisi emergenziale ormai endemica, la Meloni aggiunge anche: occorre «il ripristino dell’Operazione Sophia, nata nel 2015; che nella terza fase, mai attuata, prevedeva di estirpare alla radice il sistema organizzativo del contrabbando di esseri umani. Cioè quello che noi abbiamo sempre definito “blocco navale“.

Migranti, Meloni: «L’imbarcazione Ong tedesca non riconosciuta da Berlino è nave pirata»

Quindi, ha concluso il premier: «Qui dobbiamo ricordare che cos’è il diritto del mare, tante volte invocato a sproposito. Se tu incontri per caso in mare una barca in difficoltà, sei tenuto a salvare chi è a bordo», ricorda la Meloni nel libro di Bruno Vespa, quando gli viene fatto presente che l’autunno del 2022 ha visto le partenze da Libia e Tunisia riprendere con un aumento del 50 per cento rispetto al 2021. «Ma se fai la spola tra le coste africane e l’Italia per traghettare migranti – prosegue e chiosa a stretto giro il presidente del consiglio – violi apertamente il diritto del mare e la legislazione internazionale. Se poi una nave Ong batte bandiera, poniamo, tedesca, i casi sono due: o la Germania la riconosce e se ne fa carico. O quella diventa una nave pirata»…

 

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