Terremoto in Irpinia ’80, La Russa: “Dolore incancellabile”. Piantedosi: “La mia terra si è saputa rialzare”

23 Nov 2022 13:50 - di Carlo Marini
terremoto Irpinia

“In occasione del 42esimo anniversario del terremoto in Irpinia e nel sud Italia, desidero rivolgere il mio pensiero ai familiari delle vittime e a coloro che vissero in prima persona un evento così catastrofico. Quella sera del 23 novembre 1980, una scossa di terremoto causò oltre duemila e cinquecento morti, più di 8mila feriti e coinvolse ben 679 comuni lasciando senza casa circa 300mila persone. Novanta lunghi e interminabili secondi che cambiarono per sempre la vita di tante persone. Da allora nulla fu più lo stesso. Il ricordo di quella devastazione così come il dolore è stato tramandato negli anni e non sarà il tempo a cancellarne la memoria”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ricordando uno degli eventi più catastrofici del dopoguerra.

Dopo il sisma tremila morti e trecentomila sfollati

Particolarmente toccante la nota del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha ricordato quel tragico 23 novembre del 1980, vissuto in prima persona. “Quarantadue anni fa un terribile terremoto colpì la mia Irpinia, portando morte e devastazione. Rimane una ferita incancellabile per questa meravigliosa terra, così come indelebile è il ricordo della straordinaria solidarietà di moltissimi, in Italia e all’estero, che si mobilitarono per portare aiuto alle comunità martoriate, altrettanto doveroso è sottolineare lo sforzo e il grande percorso di rinascita e di crescita di quei territori, messo in atto dalla popolazione e dalle istituzioni”.

Il ministro Piantedosi ricorda il terremoto che colpì la sua Irpinia

“In questo giorno in cui la mia mente ritorna ai quei giorni di dolore e di grande emozione – ha concluso il titolare del Viminale – desidero inviare ai familiari delle vittime e a tutti coloro che furono sconvolti dal terremoto, il mio commosso pensiero insieme ad un sentimento di vera riconoscenza per l’impegno eroico di tutti gli operatori delle Forze dell’ordine, dei Vigili del fuoco e dei volontari di tutta Italia che furono impegnati nei soccorsi”.

Alle 19:34 una scossa del 6,9 della Scala Richter, 9 nella rilevazione della Scala Mercalli, epicentro Conza della Campania, rase al suolo diciotto paesi e ne devastò altri novantanove. Quasi tre mila le vittime che persero la vita sotto le macerie in quei novanta secondi che lasciarono quasi trecento mila persone, otto mila delle quali ferite, senza neanche un tetto. Uno degli eventi più catastrofici del dopoguerra, che portò negli anni successivi, anche sugli effetti di quel terremoto, alla istituzione della Protezione civile.

 

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