Staino ricoverato in coma a Firenze: «Lieve miglioramento». Ma la prognosi resta riservata
Resta in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita Sergio Staino. Il celebre vignettista “papà” di Bobo ed ex direttore dell’Unità, che ha 82 anni, si trova all’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze da qualche giorno: è stato ricoverato il 31 ottobre per un malore: «Una problematica neurologica accompagnata da coma profondo». Tenuto poi in coma farmacologico, nelle ultime ore Staino, come spiegato ancora dall’azienda ospedaliera, ha fatto registrare «un leggero miglioramento». «Il paziente – ha chiarito ancora il bollettino medico – sta riemergendo dal coma, pur rimanendo sedato».
Sergio Staino ricoverato in coma: le sue condizioni migliorano
«È sedato, come prevedono i protocolli medici, ma si muove», ha spiegato il fratello Franco Staino, riferendo che «tutta la famiglia unita è accanto a mio fratello. Siamo fiduciosi in una pronta ripresa». Staino da molti anni soffre di una malattia degenerativa agli occhi, che nonostante lo abbia portato quasi alla cecità non ne ha fermato il lavoro. «Quello precedente era il tratto di un architetto sicuro di sé e fin strafottente, mentre quello attuale, è un segno conquistato millimetro per millimetro, scavato e lavorato duramente. È la penna che agisce e reagisce con sofferenza. Da allora è stata una ricerca continua di nuovi strumenti tecnologi: prima un tavolino retroilluminato con i fogli sopra, poi lenti di ingrandimento sempre più potenti e, infine, il computer», ha raccontato un anno fa in una intervista a Repubblica.
Bobo e la storia della sinistra
Classe 1940, laureato in architettura a Siena, prima di approdare ai fumetti, Staino ha insegnato al liceo. La prima pubblicazione è stata nel 1979 su Linus, dove ha trovato casa il personaggio di Bobo, poi approdato su numerosi quotidiani. Ironico, idealista, ancorato a un’idea romantica del vecchio Pci, vero e proprio alter ego dello stesso Staino, nel corso dei decenni Bobo ha dato voce e volto, attraverso la satira politica, a molti militanti di sinistra, tra legame al partito e disillusione per le sue vicende.
Di recente, ancora in un’intervista su Repubblica, Staino ha lanciato un accorato appello a Letta, che pure aveva criticato aspramente in campagna elettorale, chiedendogli di rimanere anche per evitare che le discussioni congressuali si riducano a una questione di nomi, senza arrivare al centro del problema ovvero l’identità che il Pd vuole darsi. Nella stessa intervista ha anche parlato della vittoria della destra, sottolineando che «se tu parli al cuore della gente, la gente ti segue». «Quelli che hanno votato Meloni non sono tutti di estrema destra, molti l’hanno scelta perché percepiscono uno slancio, una passione», ha aggiunto, raccontando poi di aver conosciuto il premier «da giovane a Colle Oppio, quando lavoravo per l’Unità. Ricordo che pensai: “Ma perché una così non ce l’abbiamo nella Fgci?”». Questo non gli ha impedito, qualche giorno dopo, di raffigurarla su La Stampa come la strega di Biancaneve.