Rampelli alla sinistra, ai collettivi, ai centri sociali: “Fermatevi, tutto iniziò così e finì con il sangue innocente”

3 Nov 2022 14:08 - di Elsa Corsini
“Ragazzi di sinistra, gruppettari, collettivi studenteschi, centri sociali, dirigenti di partito, Fermatevi! Iniziò tutto così. Cercando di impedirci di parlare nelle scuole e negli atenei e finì nel sangue innocente. E nel dolore insopprimibile che ancora accompagna quelle generazioni”. È l’appello di Fabio Rampelli di fronte all’escalation di violenza divampata a orologeria con l’insediamento del governo Meloni. Odio, insulti e botte.

Rampelli alla sinistra: Fermatevi tutto inizio così e fin’ nel sangue

Una spirale preoccupante con episodi quotidiani di violenza al grido di “Fuori i fascisti” e P 38. L’ultimo in ordine di tempo l’aggressione di cinque ragazzi di Gioventù nazionale (finiti in ospedale) davanti alla sede storica di via Sommacampagna a Roma da parte di una cinquantina di studenti di sinistra del liceo Plinio. “Fermatevi, prima che si troppo tardi!” si legge nel post del vicepresidente della Camera su Facebook. Corredato da una intervista semi inedita di Telemolise ad Angiolina Mariano Ciavatta, morta la scorsa settimana. La mamma di Francesco Ciavatta, una delle tre vittime della strage di Acca Larenzia.

La video intervista alla mamma di Francesco Ciavatta

Rampelli scrive di aver riflettuto a lungo se pubblicare quel video in cui per la prima volta la signora Angiolina decide di parlare. Del suo dolore incommensurabile, del vuoto di una vita distrutta dal piombo di quegli anni maledetti. Che qualcuno vorrebbe far tornare nel nome di un anacronistico antifascismo militante. “Francesco aveva 18 anni al momento dell’attentato ad opera di un commando comunista. Mai identificato né punito dalla giustizia italiana”, ricorda l’esponente di FdI perché non accada mai più.

La strage di Acca Larenzia e la lunga scia di sangue

“L’agguato costò la vita a lui e a un altro giovane del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti, assassinati davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano in via Acca Larenzia. Nel quartiere Tuscolano, a Roma. Più tardi cadrà anche Stefano Recchioni. Colpito alla testa da un colpo d’arma da fuoco sparato ad altezza d’uomo nel caos da un carabiniere. Franco rimase ucciso sul colpo. Francesco, ferito, tentò di fuggire lungo la scalinata che costeggia l’ingresso della sede. Ma, inseguito, fu colpito in modo bestiale di nuovo alla schiena e morì dopo poco. Stefano entro in coma e morì due giorni dopo. Il papà di Francesco dopo diversi tentativi si tolse la vita per la disperazione due anni dopo. Inghiottì una bottiglia di acido muriatico e non ci fu nulla da fare” .

“Compagni, cosa volete fare? Non sapete perdere?”

La mamma Angiolina tornò nel suo paese nativo in Molise, dove visse in solitudine fino a pochi giorni fa. “Una donna umile e perbene, altro che ‘fascisti servi del capitalismo e dei padroni’, come si diceva all’epoca”, scrive Rampelli.
La conclusione è un appello alla sinistra a non giocare con il fuoco. A restare nei recinti di un legittimo confronto civile. “Cosa volete fare, compagni? Ora che due ragazzi minorenni di Azione studentesca sono finiti in ospedale. Che andate in giro scrivendo di sangue, morte, piombo, P38? Cosa volete fare? Non sapete perdere? Volete vendicare la sconfitta usando violenza contro vostri coetanei. Diventando nuovamente servi sciocchi del sistema, nuovi killer di vecchi mandanti? La stagione del confronto civile nessuno ce l’ha regalata, l’abbiamo conquistata insieme alle vittime innocenti. Di destra e di sinistra, di quella stagione d’odio che non deve più tornare. Fermatevi, fermateli, fermiamoli”.

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