“Putin assassino”: l’Armenia accoglie così la visita dello zar. E non firma il documento sulla sicurezza

24 Nov 2022 20:16 - di Elsa Corsini

“Assassino, assassino”. Pessima e inaspettata l’accoglienza riservata a Putin in Armenia. Dove il leader del Cremlino è andato in visita per il summit dell’alleanza militare Otsc (l’Armenia, la Bielorussia, il Kazakistan, il Kirghizistan e il Tagikistan) guidata dalla Russia. A suo arrivo ad Yerevan è stato sorpreso da imponenti manifestazioni contro la guerra in Ucraina scatenata da Mosca. Centinaia di armeni ed emigrati russi hanno organizzato almeno tre proteste nel centro della città. Scandendo slogan come “Putin è un assassino”, e “no alla guerra”, secondo quanto riporta il Moscow Times.

La visita di Putin in Armenia è un autogol

In Armenia c’è profondo scontento contro Putin, accusato di non aver saputo proteggere il paese nel conflitto con l’Azerbaigian sulla regione contesa del Nagorno Karabakh. A Yerevan, doveva celebrarsi la solidità dell’alleanza militare della Russia con i suoi cinque partner dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva, le cose sono andata male. Non soltanto per le proteste di piazza. Proprio dal paese ospitante è arrivato lo sgarbo più grande allo zar. Il premier armeno Nikol Pashinyan si è rifiutato di firmare la dichiarazione congiunta al termine del vertice dell’organizzazione. Con accuse pesanti. “È deprimente”, ha detto il primo ministro, “che gli alleati del Otsc non siano stati in grado di contenere l’aggressione azera”.

Lo zar contestato al grido di “Assassino”, “No alla guerra”

A settembre, dopo alcuni scontri al confine, l’Armenia aveva accusato l’Azerbaijan di aver occupato una porzione del suo territorio. E aveva chiesto l’intervento militare di Mosca. Che non è arrivato. La Russia è intervenuta diplomaticamente, ma Pashinyan non considera sufficiente lo sforzo. E durante l’incontro con Putin e gli altri leader del Otsc ha manifestato pubblicamente il suo disappunto. A margine dell’incontro invece il presidente della Bielorussia, Lukashenko, ha fatto gioire l’alleato di Mosca. Intervenuto duramente contro l’Ucraina: “Se non vogliono la morte di un numero enorme di persone, devono fermarsi. Altrimenti si andrà avanti e ci sarà una completa distruzione dell’Ucraina”.

 

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