Proteste in Iran, folla ai funerali del bimbo di 9 anni. Molotov contro la casa museo di Khomeini
Proseguono senza sosta in Iran le proteste contro il regime. Responsabile di una repressione violenta che conta 348 morti dall’inizio delle manifestazioni. Almeno 15 persone sono state uccise nella notte tra il 16 e il 17 novembre, tra cui un bambino di soli 9 anni, il piccolo Kian Pirflak. I funerali, celebrati oggi a Izeh, nel sud ovest dell’Iran, hanno richiamato centinaia e centinaia di persone. La folla ha urlato slogan contro il regime degli ayatollah, mentre la madre del bambino ha accusato agenti in borghese di averlo ucciso.
Iran, in centinaia ai funerali del piccolo di 9 anni
“Sentite da me cosa è successo, così non potranno dire che sono stati i terroristi, perché mentono. Sono agenti in borghese che hanno ucciso mio figlio, è così”. Lo ha detto la mamma sconvolta, secondo immagini diffuse dall’account twitter 1500tasvir. Secondo le autorità iraniane, infatti, il bimbo di 9 anni sarebbe stato ucciso mercoledì da terroristi che gli hanno sparato contro da una moto. Ma fonti della famiglia hanno riferito alla Bbc in persiano che Kian era in macchina con il padre Maysham quando forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro la loro auto.
La mamma: lo hanno uccisi agenti in borghese
Il bambino è morto sul colpo, mentre il padre è stato ricoverato in ospedale per ferite alla schiena. Nello stesso giorno, il 14enne Sepehr Maghsoodi è stato ucciso da un colpo di pistola alla testa durante una protesta, sempre a Izeh. Nel corso delle proteste anti regime alcuni manifestanti iraniani avrebbero incendiato la casa museo dedicata a Khomeini, nella sua città natale di Khomein. La dimora in cui è nato il fondatore della Repubblica Islamica, considerato il padre della rivoluzione, sarebbe stata assalita dal lancio di bottiglie molotov. Da 30 anni l’edificio è interamente dedicato alla vita dell’ayatollah.
Molotov contro la casa museo dell’ayatollah Khomeini
La notizia del rogo viene riportata dalla tv israeliana I24 e da altri media internazionali. Anche al Arabiya conferma citando immagini apparse sui social. Secondo l’agenzia di stampa Tasnim News, legata ai Pasdaran, i guardiani della rivoluzione islamica, invece, il museo è “aperto al pubblico” e si tratterebbe di una fake news. I movimenti di protesta che stanno infuocando l’Iran sono partiti ormai oltre due mesi fa, dall’uccisione di Masha Amini, uccisa per non aver indossato correttamente il velo. Negli ultimi giorni si sono intensificati. Oltre all’assalto al museo di Khomeini, 24 ore prima i manifestanti avevano attaccato il seminario religioso di Izeh, altro simbolo dei mullah.