Pd furioso con Conte: “È ossessionato da noi. Ma il nemico è a destra, con i diktat non si va lontano”
Mai stati così distanti. Lo spazio di manovra per un dialogo tra Pd e 5Stelle è ridotto al lumicino. Il prendere o lasciare, ripetuto da Giuseppe Conte in conferenza stampa, fa infuriare il Nazareno. Il leader grillino, ringalluzzito dagli ultimissimi sondaggi che fotografano il sorpasso di misura sul partito di Letta, chiude definitivamente la porta agli ex alleati di governo. Accusati di alto tradimento, di annacquare i programmi della sinistra, di aver arruolato nelle liste elettorali tutti i transfughi del movimento.
Il Pd: Conte è ossessionato da noi. Ma niente diktat
Ma se l’ex premier vuole dare le carte si sbaglia. Il Nazareno risponde picche ai diktat contiani. “Conte ha ormai una ossessione per il Pd. Sembra proprio che non riesca a realizzare che l’avversario è la destra. La destra che governa il paese e che rischia, a causa delle sue scelte, di governare anche il Lazio”. È l’amaro commento della dirigenza dem alle parole ultimative di Conte. Che proprio dal Lazio lancia l’Opa sul Pd, bastonato dalle urne e affaticato per la lunga rincorsa verso il congresso di marzo. A indispettire il partito di Letta è soprattutto l’invasione di campo dell’avvocato del popolo e il no al seppur minimo segnale di tregua, che in tanti ancora sperano nel Pd.
Vuole andare in solitaria e farà vincere la destra
“Oggi da lui sono arrivati toni e argomenti intrisi di durezza e carichi di rancore e astio. L’impressione è che semplicemente non voglia cercare convergenze e si appresti a una corsa solitaria”, dicono dal Nazareno. Che accusano Conte di remare contro e di facilitare la galoppata della destra verso la vittoria anche alla Regione Lazio. Impedendo il proseguo della “esperienza lunga e positiva di governo progressista del Lazio. Ne prendiamo atto anche se pensiamo che sia un errore e crediamo che questo esito vada evitato”.
Astorre: vuole far cadere il campo largo sul termovalorizzatore
Il più furioso è il segretario regionale Bruno Astorre. Che a margine della presentazione del report di Gualtieri all’Auditorium non riesce a dissimulare la rabbia per il no grillino a una candidatura unitaria per il Lazio. A partire dal ‘ricatto’ sul termovalorizzatore alle porte di Roma, visto come la peste dai pentastellati. Conte “vuole far cadere il campo largo, mettere fine a una ottima esperienza di governo, su un tema che non riguarda la Regione Lazio che è il termovalorizzatore di Roma”, replica Astorre. “La legge ha dato poteri al sindaco di Roma per quello, non è competenza della Regione Lazio. Con i diktat non si va da nessuna parte”.
Valente: le scelte sulla nostra leadership non sono affare dei 5Stelle
Anche la senatrice Valeria Valente scende in campo. “Conte dice che con questi vertici del Pd fa fatica a sedersi a un tavolo. Spero si tratti di una scivolata o semplicemente di una dichiarazione riportata male. Perché mentre reputo del tutto legittimo che sui programmi e sulle convergenze politiche tutte le forze possibili alleate si esprimano. Troverei alquanto inopportuno, oltre che un’indebita invasione di campo, provare in qualche modo a condizionare scelte sulle leadership che spettano solo e soltanto alla comunità del Pd”. Troppo tardi.