Nanni Moretti boccia il cinema italiano: “È in crisi perché i film sono brutti, storie e cast tutti uguali”

4 Nov 2022 13:46 - di Penelope Corrado
Nanni Moretti

La ragione della crisi del cinema italiano sono “i tanti film anche d’autore brutti che escono che si aggiungono a molti titoli italiani commerciali che tali non sono, che cioè otto persone su dieci rifiutano anche perché con cast e storie sempre uguali”: parola di Nanni Moretti. Invitato dal festival della Cineteca di Bologna Visioni italiane, il regista di Bianca, Caro Diario e tanti altri film di successo, smonta la retorica sul cinema d’autore.

Il regista di “Ecce Bombo” accusa anche Netflix

Tra le ragioni della crisi Moretti punta il dito anche contro Netflix e le altre piattaforme streaming. Film che escono a brevissima distanza dalla distribuzione in sala. “Il problema nasce già dal festival di Venezia che accetta i film prodotti dalle piattaforme in concorso. A Cannes non avviene. E non tanto perché il direttore Thierry Frémaux non vuole, ma perché le associazioni di categoria di produttori, esercenti, distributori in Francia sono più forti che da noi. Qui finisce che sono gli stessi produttori a convincere i registi a fare i film per le piattaforme. Io quando faccio un film lo faccio pensando al grande schermo”.

Nanni Moretti: “Nel mondo del cinema tutti abbacchiati, anche chi ne scrive”

Secondo Nanni Moretti bisognerebbe ritornare a pensare al cinema in grande, a cominciare dall’approccio di chi ne scrive. “È il clima intorno al cinema e in particolare intorno al cinema in sala che non c’è. Tutti sono abbacchiati, lo spazio per le recensioni sempre più piccolo fino a scomparire, ci vorrebbe un clima che faccia capire che è una cosa bella e  quelli che non vanno al cinema non sanno quello che si perdono. Questo abbacchiamento, avvilimento prende un po’ tutti: esercenti, distributori, spettatori, giornalisti”. Nanni Moretti parla anche da esercente: il suo Nuovo Sacher è in rosso fisso. «Perdo parecchi soldi – si lamenta il regista – Ho uno schermo solo e la mia società perde 50 mila euro l’anno per la gestione del cinema. Fino a quando potrò permetterlo continuerò»

Un atto d’accusa che Mollicone sposa in pieno

“Ha ragione da vendere Nanni Moretti: il nichilismo del cinema italiano finirà per distruggerlo”, dice il deputato responsabile Cultura e innovazione di Fratelli d’Italia. “Ci sono storie minime e incassi miserrimi. Occorre una grande visione di rilancio del cinema, difendendo la produzione e la distribuzione, aumentando lo spazio temporale delle ‘finestre’ cinematografiche e mitigando lo strapotere delle piattaforme digitali. I primi provvedimenti già annunciati dal ministro Sangiuliano, con i dieci milioni per incentivare il ritorno della fruizione in sala, rappresentano un segno di grande attenzione da parte del governo Meloni. Il rilancio dell’industria dell’audiovisivo italiano va indirizzato verso l’obiettivo di competere in un mercato internazionale e poter continuare a dare spazio – conclude Mollicone – ad un racconto identitario italiano e non essere fagocitati dai grandi gruppi internazionali”.

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