Migranti: Calenda parla di Salvini per attaccare il M5S: «È lo stesso sconcio del Conte 1»

8 Nov 2022 12:04 - di Valerio Falerni
Calenda

La lingua batte dove il dente duole. E quella di Carlo Calenda non smette di picchiettare su Giuseppe Conte, il nemico-alleato con cui condivide la strategia di lacerare il Pd per poi spartirsene le spoglie. Così ogni occasione diventa buona per attaccare il capo dei 5Stelle, ma solo per costringere i dem a prenderne le distanze. E quando non lo fa, ci pensa Calenda ad accusarli di subalternità culturale e scarso riformismo. Ormai è uno schema collaudato. Calenda lo ha usato persino per fare polemica sui migranti in attesa di sbarcare. «Quello che sta accadendo con le navi delle Ong – ha infatti detto – è la ripetizione dello sconcio avvenuto sotto il governo di Giuseppe Conte e Matteo Salvini».

Calenda: «Confronto vuoto»

Certo, il suo discorso è più ampio ed è finalizzato a far emergere una posizione da Terzo polo in quello che definisce il «vuoto confronto tra porti aperti e porti chiusi». Ma questa è la poesia. La prosa, invece, ci dice che il riferimento di Calenda a Conte (più che a Salvini) è intinto nel veleno. Perché è un modo per ricordare ai dem o a una parte di loro che colui il quale Nicola Zingaretti salutò come il «punto di riferimento dei progressisti italiani» è lo stesso che a suo tempo si inchinò ai decreti-sicurezza firmati dal suo ministro Salvini. Calenda, insomma, non molla la presa.

«La retorica di sinistra sui porti aperti è assurda»

Sa che il tema migranti sta particolarmente a cuore del Pd e si premura di ricordargli che, da premier del governo giallo-verde, il capo dei 5Stelle, aveva tentato di impedire lo sbarco a terra dei migranti. Ma il leader di Azione sa che è il tema dell’immigrazione è particolarmente sentito anche dai cittadini, motivo per cui punta a far emergere una posizione distinta e distante dallo «scontro di rumori che aiuta destra e sinistra a non far nulla, militarizzando gli elettori». In realtà non è così. O meglio, mentre è vero, come lo stesso Calenda scrive su Facebook, che la «retorica di sinistra sui porti aperti è assurda», non lo è l’accusa mossa alla destra di fare «propaganda politica» su «100 disperati bloccati su una nave». Nessuna propaganda. Su quella posizione di fermezza non disgiunta dalla necessaria umanità, l’Italia si gioca la faccia in Europa.

 

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