Leo: “Sarà una tregua fiscale per 19 milioni di italiani. Sull’evasione non abbassiamo la guardia”

23 Nov 2022 8:27 - di Luisa Perri
Leo, tregua fiscale

«Con la tregua fiscale vogliamo instaurare un rapporto non più conflittuale col contribuente e smaltire il magazzino crediti dell’Agenzia delle entrate, che ha raggiunto 1.132 miliardi, di cui solo una minima parte esigibile: intervistato dal Corriere della Sera, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, illustra la manovra e la nuova stagione per i contribuenti italiani. «Quelli che hanno cartelle pendenti sono 19 milioni».

Leo sulla necessità della tregua fiscale: “Italiani in ginocchio per il Covid”

«Ecco perché – spiega Leo – cancelliamo le cartelle fino a mille euro notificate fino al 2015, mentre per le altre si dovrà pagare tutto, ma in cinque anni, senza sanzioni, aggi e interessi». In merito alla tregua fiscale, l’esponente di Fratelli d’Italia sottolinea che «non ci sono entrate nel 2023 sotto questa voce nella manovra, ma solo negli anni successivi, secondo valutazioni in corso. In ogni caso, la tregua fiscale, che non riguarda solo cartelle, intende riequilibrare il rapporto fisco-contribuente. E non ci sono condoni. Prima delle cartelle, partiamo dalle dichiarazioni. Ci sono tanti contribuenti che nei modelli di denuncia dei redditi tra il 2019 e il 2021 hanno dichiarato tutto, ma poi non sono riusciti a versare le imposte dovute. Ad esempio, a causa del Covid. E allora noi diamo la possibilità di saldare il debito col fisco in cinque anni e con una sanzione del 3%».

“La tassa sugli extra profitti del settore energia è la voce di maggiore entrata”

Per coloro che invece hanno dichiarato meno del dovuto, le sanzioni sono diverse. «Abbiamo previsto due casi – premette Leo – Se il fisco ancora non ha contestato l’evasione, diamo la possibilità di un ‘ravvedimento operoso’ più graduale: si paga tutto il dovuto ma con più tempo, in due anni e con una sanzione del 5%. Se invece l’evasione è già stata contestata, il contribuente può pagare a rate, in cinque anni, e con una sanzione del 5%, oppure, se pensa che il fisco sia in errore, può ricorrere all’accertamento con adesione, apre cioè una trattativa col fisco per ridurre l’importo dovuto. Infine, se c’è già un contenzioso in corso, può chiuderlo, a seconda dell’esito e dello stato del giudizio, accedendo ad una conciliazione giudiziale».

Il viceministro dell’Economia spiega infine che la nuova tassa sugli extra profitti delle società del settore energia è la maggiore voce di entrata della manovra: «Il gettito previsto nel 2023 è di circa tre miliardi. Li incasseremo correggendo la base imponibile 2022 della tassa introdotta dal precedente governo e aumentando l’aliquota dal 25 al 35 per cento. Poi, per il 2023, abbiamo completamente cambiato la base, facendo riferimento non più al differenziale Iva ma all’utile di bilancio, sulla scia del regolamento Ue».

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