La sinistra sclera pure sul Muro di Berlino e straparla contro Valditara per la lettera alle scuole

9 Nov 2022 16:51 - di Alberto Consoli
Muro di Berlino Valditara

Il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, secondo la sinistra non è libero di inviare alle scuole una nota per ricordare la caduta del Muro di Berlino, avvenuto oggi, 9 novembre 1989. Non solo, ma la sinistra sclera perché vorrebbe pure suggerire al ministro quali parole usare. E pensare che oggi è la giornata della libertà, istituita dalla legge 61/2005 in ricordo della caduta del muro. Il premier Meloni ha usato parole ineccepibili condannando tutti i totalitarismi. Per l’occasione si è svolto il secondo appuntamento dell’anno di educazione civica che La Tecnica della Scuola dedica agli istituti scolastici (classi dalla terza media al quinto anno delle superiori): Giornata della libertà, una riflessione con gli studenti, tra democrazia e totalitarismi. Ad aprire l’evento il ministro  Valditara. “Il crollo del Muro di Berlino ci restituì un’Europa libera” -a ribadito quel che aveva scritto ai ragazzi delle scuole. “La liberal democrazia è unico ordine politico e sociale che possa dare garanzie. Comunismo è potere senza pietà, annienta libertà individuali”. Ha poi ricostruito quella epocale giornata scolpita nell’immaginario collettivo.

La sinistra non vuole che Valditara scriva ai ragazzi delle scuole  nella giornata della libertà

E’ vergognoso, quindi,  che la sinistra abbia da eccepire su un evento che ha segnato la storia: la caduta di un Muro che ha segnato violenze indicibili ed orrori. Per cui, il tutto ci sembra delirante. Valditara è fazioso, ululano i sinistri. “Trentatre anni dopo la caduta del Muro di Berlino il neo Ministro Valditara affida a una lettera da leggere in tutte le classi del (sic) regno una orazione pubblica contro il Comunismo e l’utopia rivoluzionaria. Cosa direbbero i padri costituenti del nostro Paese che non ebbero la stessa opinione scrivendo insieme, comunisti, democristiani, repubblicani, azionisti la nostra carta fondamentale”. Così su Facebook il presidente del Municipio Roma VIII, Amedeo Ciaccheri.

Commenti risibili: la sinistra crea un caso Valditara che non c’è

Il risibile commento – gli storici conoscono gli orrori del comunismo e i morti per quel muro vergognoso- non finisce qui. Infatti aggiunge: “Nessuna parola sulla guerra in corso che mina l’unità europea. Nessuna parola sui muri che crescono nel mondo e anche nella nostra Europa. Questa lettera ci dice solo che l’uso strumentale della storia sarà una chiave del nuovo governo”,  continua Ciaccheri. Scoperto il meccanismo perverso: a nessuno importa ricordare cosa ha significato il muro di Berlino, ma importa attaccare la destra e i sui ministri, appena prendono un ‘iniziativa.

Simona Malpezzi: “Valditara ministro della propaganda”

L’accusa da restituire al mittente: l’uso politico della storia è un metodo comunista, fatto proprio dall’intellighenzia rossa. Fa poi pena che l’occasione del 9 novembre debba essere interpretata per parlare di altro. Il totalitarismo comunista è roba seria e grave, bene ha fatto Valditara a sensibilizzare il mondo della scuola, luogo deputato per approfondire. Invece sclera un grillino: “Era il 9 novembre del 1989 e a cadere era il Muro di Berlino! Ad oggi non tutti i muri sono stati abbattuti, ed il nuovo governo ne sta erigendo degli altri non visibili ma molto più di difficili da demolire e con la complicità e il silenzio dei più”. Così su Facebook Massimo Misiti, coordinatore regionale M5S Calabria.

Malpezzi fa una figuraccia, il web la bastona: “Difendi il comunismo”

Si parla del Muro di Berlino per attaccare il governo di destra. Un’indecenza formulata pure da Simona Malpezzi del Pd: “Alla denominazione ‘merito’, da oggi bisogna aggiungere “e della propaganda”. Come altro definire il Ministero dell’Istruzione dopo la lettera fuori luogo inviata da Valditara alle scuole con una lettura strumentale della caduta del Muro di Berlino? Ma perché il Ministro non si occupa di scuola?”. Su twitter Malpezzi fa una figura ridicola. La caduta del Muro è faccenda che i ragazzi studiano a scuola. Pertanto il ministro è rimasto prettamente nel suo campo. Ah ma ora rivalutate pure il comunismo per scopi di propaganda politica?”, le scrive un utente. E un altro: “Il ministro dovrebbe occuparsi della scuola secondo i vostri schemi che sono folli…”.

Alla sinistra non interessano muri e libertà: vuole solo attaccare la destra

Cogliamo gior da fiore altri deliri: “La lettera del Ministro della Pubblica Istruzione Valditara sulla festa della Libertà sembra più un manifesto politico che una riflessione di carattere storico rivolta ai dirigenti scolastici”. Lo scrive su Facebook Arturo Scotto, coordinatore di Articolo uno e deputato. “Un’operazione da Minculpop che sembra dare indicazioni su cosa è giusto e cosa è sbagliato dire in merito alla tragedia che è stato il muro di Berlino e o la guerra fredda. Non spetta al ministro diffondere “bignamini” ai nostri docenti e ai nostri insegnanti per consumare presunte vendette ideologiche. L’insegnamento in Italia è ancora libero, Valditara si limiti a garantirlo”.

Il sottosegretario Frassinetti replica alle polemiche della sinistra

“Trovo bizzarro polemizzare sulla lettera del ministro Valditara. E vorrei ricordare che nel 2019, quando ero vicepresidente della Commissione Cultura, avevo presentato una mozione in commissione. Nella quale dicevo che nelle scuole andava ricordato questo giorno: mozione che venne approvata all’unanimità, firmata da tutti”. Lo afferma all’Adnkronos Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione. “Non capisco sinceramente queste polemiche – continua Frassinetti – all’epoca ci furono polemiche perché non volevano inserire la parola comunismo. Ma l’ideologia del muro di Berlino era il comunismo. Quelle di oggi sono polemiche assurde, il concetto è quello di parlare di questo episodio nelle scuole, agli studenti perché conoscano quanto accaduto”. “Penso che bisogna essere onesti intellettualmente quando c’è una ricorrenza che parla della caduta del muro di Berlino, si parla di questo non di altro. – conclude Frassinetti.

 

 

 

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