La libertà senza qualità è un rischio da evitare con la pedagogia della bellezza e dell’identità

24 Nov 2022 15:31 - di Antonio Saccà
libertà qualità

Gli individui  ontologicamente, nella loro costituzione originaria,  sono scissi ,ciascuno in un  giardino recintato. Ontologicamente ciascuno è un’isola e intorno ha il deserto del mare oceanico; se bevo, bevo  io,  quel che mangio lo mangio io,  quel che sogno lo sogno io. Sono “individuo” in ogni istante, non è la morte che mi connota come individuo ma ciascun  istante del vivere. Ma nell’aspetto non ontologico, sociale, siamo vincolati agli altri in maniera radicale, proprio le radici, i tronchi sono distanti isolati ma le radici attorcigliate. La duplice  dimensione dell’uomo.

L’uomo sociale e l’uomo ontologico

Ritengo essenziale differenziare   l’uomo sociale e l’uomo ontologico (naturale). L’uomo ontologico è solo ,unico, singolo,scisso, io; l’uomo sociale è radicato all’altro e dovrebbe esserlo in maniera affermativa, in vicendevole accrescimento di vitalità. Per ciò costituiamo la società, non per ostacolarci ma per accrescerci come individui con gli altri avendo per scopo la felicità(!). Bisogna, a tal fine, ripercepire la libertà che si sta dividendo dalla democrazia:  la democrazia sta perdendo la libertà, è un “fatto”, Avviene, gravissimo, dovuto fondamentalmente ai mezzi di comunicazione i quali convincono i cittadini ad avere un’opinione comune, oppressiva, soppressiva dell’individuo, svalutativa del singolo, comunicata ad un soggetto collettivo che viene uniformato con la medesima informazione e degrada per essere alla bassa altezza del “pubblico”.

Il totalitarismo antiindividuale

Ne viene un totalitarismo oggettivo anti individuale, uniformità cognitiva, quindi uniformità di opinione. I mezzi di comuncazione diffusivi associati a eventi generalizzati (guerra, pandemia)  investono clamorosamente il singolo rendendolo collettivo  nella vastità dei femomeni. E’ un  trionfo della democrazia, intesa come potere dell’insieme, e la perdita del valore del singolo quindi della libertà: in quanto la libertà è stretta ai singoli e quando la libertà si pretende come libertà di insiemi. siamo allo sterminio della libertà. Critica del singolo, valore dell’individuo, l’individuo conquista la sua libertà, sua, personale, per il suo essere chi è come singolo differente dagli altri singoli. Ontologicamente solitario! Ontologicamente, vale a dire: non appartiene esclusivamente alla società ma “anche”(soprattutto?) a se stesso. Non si tratta di diritti naturali, si tratta della realtà naturale (ontologia naturale). Nasciamo nella società ma siamo anche (soprattutto?) esseri naturali, apparteniamo alla natura, ossia a noi stessi. La natura siamo noi stessi come individui singoli, viventi, mortali, io sono io,  come io appartengo a me stesso.

Se la società fosse in grado di non farmi morire avrebbe diritto a fare di me quel che vuole, ma se lascia alla natura di rendermi mortale lasci che la mia vita appartenga a me quale soggetto naturale. Se me la devo sbrigare da solo con la morte, me lo sbrigo da solo nella vita. La vita, almeno, ripeto, per la mia costituzione naturale (ontologica). No. La società non permette questa zona ontologica, diventa, è diventata onnicomprensiva: siamo soltanto cittadini, non uomini e cittadini. Sta accadendo questa metamorfosi, la pervasione collettivizzata degli uomini presi da comunucazione di massa generalizzata che  invade l’insieme sociale, uniformandolo.

Il ruolo della democrazia

La democrazia dell’insieme sovrasta il singolo, quindi  la libertà. La difficoltà di governare eventi complessi spinge a rendere delittuoso il dissenso, a rendere la maggioranza intollerante, a emarginare la critica. E tutto questo avviene nelle società democratiche sempre meno liberali. Insisto, la democrazia si sta separando dalla libertà.  Allora? I singoli, gli individui, ciascuno per sé ma oggettivamente uniti, devono impedire il trionfo della collettivizzazione della libertà. Questo inganno è totalitarismo. I singoli devono affermarsi nel loro giudizio critico. Non esiste un diritto alla libertà. Esiste la volontà di essere liberi. Io voglio essere, come io, libero di giudicare, sì e no, accetto, dissento. Non lo rivendico come diritto ma come mia conquista. Non esistono diritti naturali , esiste la volontà di ottenere  la personale libertà critica.

L’individualità

La libertà critica non è negazione. Ha senso affermativo, è il fondamento dell’esistenza individuale. Il singolo esiste come singolo se può proporre la sua peculiare opinione. In questi fenomeni mondiali, guerra, pandemia, mezzi di comunicazione, nanotecnologie invasive, il singolo viene svalutato, e sente se stesso svalutato,  si aggrega sentendosi debilitato come singolo. Bisogna ritrovare il coraggio dell’opinione soggettiva. Ripetersi che sei un io con la tua opinione che vale se è la tua opinione, non se la ammassi. L’individuo non si potenzia aggregandosi, soltanto aggregandosi , ma se sta con gli altri valendo come singolo. Uomo sociale ed uomo ontologico. La  libertà collettiva non deve fare a meno della libertà  individuale, e la libertà individuale è il diritto alla critica: il diritto alla critica è soprattutto dare importanza al singolo che la conquista. La società può non riconoscere questo diritto come diritto,  lo si conquisti come capacità affermativa, potenza del soggetto  che tiene alla propria individualità ed è associato restando individuo.

La lezione dei Greci

Siamo società di singoli individui associati, singoli individui, l’associazione non è trascendentale ai singoli individui né come valore né come diritto: non esiste un trascendentale sociale, esistono  singoli individui associati, e conta la qualità individuale. La libertà senza qualità perde il valore della libertà, è una libertà inutilizzata. La qualità rende una società civiltà. Individuo, libertà, assocazione di individui, qualità, civiltà! E’ giusto rendere pedagogica questa mentalità. Non farsi  trascendere dal conguaglio della comunicazione di massa, dalle tecnologie invasive, dalla svalutazione dell’individuo. Si spalanca un’Era nuova,  attivata contro l’individuo , persino geneticamente, nanotecnologica, bisogna creare anticorpi e convincere l’individuo che deve mantenere  testa critica tendente alla qualità. La libertà individuale qualitativa dà scopo alla società, il valore dei singolo è sempre un valore sociale; autoelevarsi  è consegnare agli altri quanto riusciamo a fare. Partire dalla soggettività per forgiare la società, libera-mente. I greci avevano orrore della morte. Che inventarono per “distrarsi”? La vita! Ossia, la civiltà. La bellezza! Un’esistenza vissuta nella pienezza umana (arte, scienza, filosofia, amore) dà alla morte almeno lo scacco di aver vissuto. Orribile morire senza aver vissuto! Senza civiltà. E la civiltà è l’apogeo della libertà.

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