Dalla Germania nessuna mano tesa sui migranti: devono sbarcare, poi si parlerà di ricollocamento
Il governo tedesco per ora non parla di redistribuzione e afferma che i migranti salvati sulle navi Ong devono sbarcare tutti. I migranti in mare devono essere salvati. Per questo, le operazioni di soccorso civile condotte dalle navi delle Ong nel Mediterraneo «non devono in alcun modo essere ostacolate». Ne consegue che tutte le persone messe in salvo devono poter sbarcare ed essere adeguatamente assistite nei porti dei Paesi europei coinvolti.
L’accordo di Malta e la posizione della Germania
La Germania dunque ritiene insufficiente lo sbarco dei soli fragili e bisognosi di cure. Il Corriere oggi riporta fonti del ministero federale degli Interni secondo cui soltanto se a tutti sarà consentito lo sbarco si potrà poi far scattare il ricollocamento previsto dall’accordo di Malta del 22 giugno scorso, il meccanismo volontario di solidarietà in base al quale la Germania si era impegnata ad accogliere fino a 3500 migranti.
Verso il G7 dei ministri degli Interni
A un livello politico più alto – avverte ancora il Corriere – “dopo lo scambio tra la ministra degli Esteri Annalena Baerbock e il nuovo titolare della Farnesina, Antonio Tajani, avvenuto la scorsa settimana in margine al G7 dei capi delle diplomazie a Münster, sarà decisivo l’incontro tra la tedesca Nancy Faeser e il nostro Matteo Piantedosi, che dovrebbe tenersi durante il G7 dei ministri degli Interni in programma il 17 e 18 novembre nel monastero di Eltville, in Assia”.
Capezzone: così si tiene sotto pressione il governo italiano
Daniele Capezzone fa notare inoltre, in un articolo di oggi su la Verità, che “se la vicenda delle navi Ong crea una frizione diretta con la Germania (oltre che indiretta con Bruxelles, con la Francia e con quanti amano in questi casi farci sermoni), tutto ciò non può non avere conseguenze su una sorta di unico tavolo negoziale, su cui convergerà praticamente tutto: questioni economiche immediate, riforma del patto di stabilità, crisi migratoria, futuro dell’Unione”. In pratica il coltello dalla parte del manico non ce l’ha certo Palazzo Chigi.
Le cifre (irrisorie) dei ricollocamenti
Capezzone fornisce anche qualche cifra molto significativa: “In Italia, solo nell’ultimo trimestre (da agosto a ottobre) sono arrivati oltre 44.000 migranti. Sapete quanti di questi sono stati ricollocati su base volontaria nei principali paesi Ue? Sembra uno scherzo: 38 in Francia e 74 in Germania. Totale: 112 su oltre 44.000. È questo stato di cose che non può essere ulteriormente tollerato. Da Parigi, da Bruxelles, da Berlino ci giungono a scadenze regolari pacche sulle spalle e prediche umanitarie, a cui però fa riscontro un sostanziale disimpegno. Il gioco – adesso – è fin troppo chiaro: protrarre questo stato di cose a noi sfavorevole, e tenere il nuovo governo sotto ricatto oggettivo, sempre sotto esame, inchiodato al tavolo negoziale, e con l’immagine da «cattivi» della situazione”.