Conte nel mirino: col condono del 2018 avallò l’abusivismo a Ischia. Ecco i risultati…

27 Nov 2022 18:23 - di Redazione
Conte

Giuseppe Conte e il suo condono del 2018, quando era premier, finiscono nel mirino delle accuse dopo il disastro di Ischia che ha provocato finora sei vittime. “Era il 2018: il Governo Conte 1 decise di smantellare Italia Sicura, l’Unità di Missione contro il dissesto idrogeologico. Varò un vergognoso condono edilizio a Ischia. Matteo Renzi li avvisò: di abusivismo si muore”. Lo scrive su Twitter Raffaella Paita, presidente del Gruppo Azione-Italia Viva al Senato, commentando il video di intervento in Aula del 2018 in cui Matteo Renzi contestò a Giuseppe Conte la norma sul condono di Ischia.

 

 

All’accusa di Paita si unisce quella di un altro esponente di Iv, Ivan Scalfarotto: “Al governo abbiamo lavorato per limitare i danni del dissesto idrogeologico con l’Unità di missione cancellata dal governo Conte I, lo stesso del condono di #Ischia. Davanti ai disastri che si verificano, insieme al dolore si manifestano responsabilità politiche evidenti”.

Giuseppe Conte, intervenuto a Mezz’ora in più, respinge al mittente le critiche: “Quello del 2018 non era affatto un condono. Ci trovammo davanti a un blocco totale. A Ischia ci trovammo con richieste di condono per circa 27mila abitazioni su circa 60mila abitazioni totali nell’isola. Quindi occorreva accelerare pratiche impantanate ma non si è trattato di un condono né ci fu alcuna deroga ai vincoli idrogeologici”.

Matteo Renzi ribatte: “Davanti al disastro di Ischia le dichiarazioni di Conte oggi su Rai3 sono farneticanti. Ha fatto un condono a Ischia, ha chiuso l’Unità di missione sul dissesto e non si vergogna? Eppure 4 anni fa glielo avevamo detto”. E Carlo Calenda rincara la dose: “Conte ha fatto un condono pericoloso a Ischia e cancellato l’unità di missione ‘Casa Italia” per l’unica ragione che l’aveva istituita Matteo Renzi. Entrambi gravi errori. Ma cercare a posteriori di prendere in giro gli italiani con eloquio stile azzeccagarbugli è anche peggio”.

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