Bonus matrimoni, Palazzo Chigi esclude che farà parte della manovra: la proposta non è allo studio del governo
Sul cosiddetto bonus per i matrimoni in Chiesa, proposto da un gruppo di deputati leghisti, fonti di Palazzo Chigi domenica sera hanno precisato che si tratta di una proposta di iniziativa parlamentare che non è allo studio del governo. Nell’ambito di un quadro finanziario complesso, l’esecutivo, sottolineano le stesse fonti, è al lavoro per sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio.
“Il bonus nozze non fa parte della manovra – ha chiarito anche Guido Crosetto – fa parte di una proposta di legge che ha presentato un deputato. Non credo che sia mai passato in mente a palazzo Chigi di dare un premio a chi si sposa in chiesa piuttosto a chi si sposa in Comune”.
Un modo per sgomberare il campo dalle polemiche sollevate dalla proposta. Iniziativa appunto di alcuni deputati tesa a “introdurre il cosiddetto ‘bonus matrimonio’, volto ad agevolare le giovani coppie che intendono celebrare il matrimonio religioso e che avranno la possibilità di usufruire della detrazione del 20 per cento delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso quali: ornamenti in Chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti; gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up e, infine, il servizio fotografico”. Destinatarie dell’agevolazione le coppie under 35, con cittadinanza italiana da almeno 10 anni, e con un indicatore della situazione economica equivalente non superiore a 23.000 euro e a 11.500 euro a persona.