Nov 15 2022

Antonella Ambrosioni @ 12:54

Arrestato a Dubai Bruno Carbone, pezzo da novanta del narcotraffico, latitante dal 2003

Arrestato a Dubai il narcos Bruno Carbone, considerato uno dei maggiori narcotrafficanti italiani. Carbone era latitante dal 2003, quando era stato condannato a 20 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti lungo la rotta Spagna-Napoli-Catania. Per anni avrebbe gestito il rapporto con i colombiani, avrebbe rifornito di droga diversi clan camorristici, dai Nuvoletta ai Ciccarelli di Parco Verde, fino ai clan del Rione Traiano. E’ stato catturato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli all’interno dell’aeroporto internazionale della capitale emiratina e potrebbe essere estradato in Italia già oggi. Quando è stato fermato, era in possesso di un documento falso.

Bruno Carbone, uno dei maggiori narcotrafficanti italiani

Nel 2018, in seguito ad un decreto di perquisizione emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri confiscarono in una villa di Giugliano in Campania ben 240mila euro in contanti. L’abitazione, ubicata nella zona di Lago Patria, era intestata all’ex moglie di Carbone, ricostruisce Ragusa news. Bruno Carbone, una vita da broker della droga al servizio dei clan. Si tratta di uno dei pezzi da novanta del narcotraffico internazionale:  originario di Giugliano, “per anni avrebbe rifornito di droga i clan del napoletano, dai Nuvoletta ai Ciccarelli di Parco Verde, fino ai clan del Rione Traiano, gestendo, dalla sua base in Olanda, i rapporti con i fornitori colombiani”, ricostruisce Il Mattino.

Altri narcotrafficanti catturati a Dubai

“Fu il collaboratore di giustizia Andrea Lollo, ex broker della droga, a svelare la base olandese che Carbone avrebbe usato in una prima fase”, leggiamo sul quotidiano napoletano nell’edizione on line: «La moglie di Carbone mi disse che dopo il Natale del 2014 avrei potuto raggiungere Bruno Carbone, nel suo covo in Olanda», raccontò il pentito in una deposizione». A Dubai erano stati catturati altri due elementi di primo piano della criminalità campana: il broker della camorra Raffaele Imperiale, anche lui considerato uno tra i più importanti narcotrafficanti del mondo. Divenuto noto perché in una sua villa a Napoli vennero ritrovati nascosti nel muro due dipinti di Van Gogh rubati nel 2002 ad Amsterdam; e Raffaele Mauriello, ‘o chiatto, considerato esponente di spicco della cosca Amato-Pagano.