Ucraina, ucciso Elia Putzolu: dai centri sociali alla guerra con i russi. “Voleva battersi contro gli Azov”
Elia Putzolu, 28enne di origini sarde, che viveva da tempo a Tangrog nei dintorni della città russa di Rostov, è stato ucciso, secondo quanto riporta la Farnesina, in combattimento. E’ il terzo foreign fighter italiano morto nel conflitto russo-ucraino. Secondo Repubblica, Putzolu viveva a Milano dove frequentava i centri sociali, era un “compagno” e aveva deciso di combattere al fianco dei separatisti filo-russi “contro il battaglione Azov degli ucraini”. Nato nella Penisola da padre sardo, Putzolo è cresciuto a Siena, dove ha frequentato le scuole e il mondo delle contrade. Si era trasferito a Milano, dove lavorava come barista, per poi scegliere di trasferirsi in Russia.
Si era stabilito a Tangrog, vicino Rostov, dove aveva continuato a coltivare la sua passione per le arti marziali. Non era noto alle forze di polizia italiane per il suo attivismo, ma in Russia ha deciso di impegnarsi come volontario al fianco dei filorussi. Questo impegno, che lo ha portato nel Donetsk, una delle autoproclamate repubbliche russe in territorio ucraino appena riconosciute da Putin, gli è però costato la vita.
Elia Putzolu è il terzo “foreign fighter” italiano morto in Ucraina
In totale, secondo intelligence e antiterrorismo, sono circa venti i combattenti italiani in Ucraina da una parte e dall’altra dei due schieramenti. Elia Putzolu, il foreign figther 28enne morto in Donbass, non era un mercenario ed era in Ucraina da diverso tempo. Sul caso indagano i carabinieri del Ros, che insieme alla Farnesina e alle autorità italiane a Mosca invieranno le informazioni alla procura di Roma.
Dai primi accertamenti, Putzolu sarebbe stato vicino alla community italiana di Fort Rus che avrebbe sposato la politica filorussa nelle sue posizioni più estremistiche. Sul profilo Facebook ssi legge: “Pagina informativa e di sostegno alla resistenza dei popoli Russi. Notizie e documenti sulla guerra dell’impero contro la Russia”.
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