Troppa grazia per Crisanti, la virostar tra Pd e università deve scegliere: incarichi incompatibili
Andrea Crisanti, il microbiologo eletto con il Pd sa bene come fare i conti ed evitare rinunce. In questi ultimi giorni, prima si è fatto notare per la rinuncia coram populo allo stipendio da senatore, a cui sembra preferire il mantenimento della lauta retribuzione accademica dell’università di Padova. Poi, proprio oggi, ha fatto capire abbastanza esaustivamente di non voler cedere (o retrocedere) sul fronte degli incarichi universitari. Insomma, uno stipendio – quello più conveniente e in linea di continuità col versamento dei contributi previdenziali – e due poltrone.
Crisanti, un piede in due staffe?
E così, mentre discetta sulle misure anti Covid del governo. Boccia provvedimenti al vaglio su mascherine e sanzioni. E addirittura si lancia un’invettiva contro il neo ministro della Salute, asserendo: «Orazio Schillaci, va giudicato in base ai fatti. Ma se la sua prima mossa è quella di togliere le mascherine negli ospedali, allora mi permetto di dire che di sanità pubblica non capisce nulla». Crisanti continua a farsi due conti, determinato a tenere duro e a mantenersi in sella, anche se questo significa tenere saldamente più redini nelle mani.
Nel mezzo del guado di incarichi incompatibili
Sì, perché secondo quanto ha spiegato l’avvocato Fabrizio Figorilli a Libero – poi ripreso da Il Giornale – «Crisanti dovrebbe lasciare (ma non lo ha fatto) la commissione dell’ateneo di Padova che deve selezionare il vincitore di un concorso nell’ambito di una procedura comparativa. Il neo senatore, infatti, non potrebbe assegnare il posto da docente di prima e seconda fascia in palio. L’esperto di diritto ha evidenziato che l’art. 35 del decreto legislativo 165 del 2001 stabilisce che le commissioni non possono comprendere soggetti che «ricoprono incarichi politici».
Crisanti rientra in una commissione universitaria che deve selezionare un docente
Insomma, come recita la spiegazione in punta di codice e regolamenti di Figorilli, per Crisanti si paventa una situazione di «incompatibilità». Un intreccio che l’avvocato analizza, chiarendo: «Per quanto concerne l’esclusione della possibilità di far parte delle Commissioni di concorso sono fatte salve le situazioni di incompatibilità che si verificano successivamente alla nomina dei componenti». E su cui i quotidiani citati precisano anche: «Ma la commissione in questione è stata nominata il 4 ottobre, lo stesso giorno della proclamazione a senatore della Repubblica di Crisanti».
Ma il suo ruolo di senatore…
Insomma, l’ombra dell’incompatibilità si addensa sul capo della virostar che non sembra, al momento, propenso a fare un passo indietro. Insomma, come anticipato, il professore ordinario di microbiologia dell’ateneo padovano – che una gavetta televisiva a pandemia in corso ha fatto conoscere in veste di virologo – continua a dimostrare di sapere bene come proteggere interessi e incarichi e come far quadrare i conti. Non solo con il virus. Ma anche quelli che lo riguardano…