Rauti: quella di Meloni è una rivoluzione che va studiata e capita, dalla sinistra solo fuffa
Isabella Rauti, esprimendo il voto di fiducia favorevole per Fratelli d’Italia, si è detta orgogliosa del governo Meloni, che rappresenta coloro che erano dalla parte “sbagliata ma che era quella giusta”. E che saprà dare risposte anche a quegli italiani che non hanno votato per delusione o per sfiducia, anche a coloro che non hanno votato per il centrodestra. Il governo ha il compito di ridurre la distanza tra “popolo e politica”.
Meloni la più brava, senza quote e cooptazioni
Rauti ha quindi sottolineato la svolta storica di una donna presidente del Consiglio passata da “una sezione di partito a Palazzo Chigi” non beneficiando di quote o essendo cooptata dai maschi ma perché era ed è “la più brava”. Ha portato FdI dall’1,9 del 2013 al 26% del 2022. Si tratta di un fenomeno che va capito e analizzato.
Gli operai hanno voltato le spalle alla sinistra
La senatrice di FdI ha invitato la sinistra a domandarsi perché gli operai hanno scelto di voltare loro le spalle. “La sinistra deve interrogarsi su una propaganda faziosa e sbagliata che anche in quest’aula abbiamo dovuto di nuovo ascoltare”. Rauti ha sottolineato che esiste una storia femminile della destra italiana che solo il pregiudizio femminista ha avvolto in un cono di ombra. “Oggi questa storia vi si disvela, per voi è uno smacco ma per noi non è una sorpresa”.
Sul merito critiche assurde da sinistra
Sul “merito” ha quindi criticato la levata di scudi della sinistra, richiamando l’articolo 34 della Costituzione. “Perché il merito vi scandalizza? Onore al merito che è presupposto di democrazia come l’uguaglianza”. Critiche infondate anche quelle sul concetto di sovranità alimentare invocata da tutti i movimenti contadini e agricoli internazionali.
Rauti: agenda Meloni dopo la stagione dei tecnici
Infine sulla natalità Isabella Rauti ha parlato di accuse folli da parte della sinistra. “Noi vogliamo le donne a casa a fare figli? No. Noi vogliamo smantellare le penalità e gli ostacoli al lavoro femminile e rispondere alle emergenza demografiche come fa da anni la Francia. Il resto è fuffa”. Questo non è “oscurantismo” è “pragmatismo”, è “voglia di futuro”.
“Finalmente – ha concluso – c’è un’agenda Meloni dopo la stagione dei tecnici. Lei presidente ha impresso un cambio di passo, una rivoluzione gentile nella forma e io mi auguro e le auguro una rivoluzione conservatrice nella sostanza. I cittadini le hanno affidato una nazione nel pieno di una tempesta ma chi sa dove andare conduce la nave in porto”.