Nuovi guai per l’ex-premier progressista maltese Muscat travolto dal caso Caruana Galizia

4 Ott 2022 19:41 - di Paolo Lami

L’ex-primo ministro progressista maltese, Joseph Muscat, dimessosi a furor di popolo nell‘ottobre 2020 a seguito delle proteste di massa per il coinvolgimento del suo capo di gabinetto e di alcuni ministri del suo governo nello scandalo collegato all’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia torna nuovamente sotto i riflettori della cronaca giudiziaria dopo che un pakistano, Wasay Bhatti, rivela Times of Malta, è finito alla sbarra per frode negli Stati Uniti perché accusato di aver preso 1,47 milioni di dollari destinati alla fornitura di test Covid-19.

Gli uffici di Joseph Muscat, diventato consulente del pachistano qualche mese dopo essersi dimesso e aver lasciato la politica, sono stati perquisiti dalla polizia a gennaio perché sono spuntati pagamenti di migliaia di dollari, anche all’ex-premier progressista, da parte di alcune società di Wasay Bhatti.

In particolare Times of Malta ha scoperto che, “dopo essersi dimesso da primo ministro nel 2020, Muscat ha iniziato a ricevere pagamenti dalla filiale svizzera di Accutor”.

Joseph Muscat “avrebbe continuato a ricevere quattro pagamenti di 15.000 euro ciascuno, due da Accutor e altri due da Spring X Media, la società che lo ha ingaggiato come suo “consulente“”.

Ma, scrive Times of Malta, “Muscat nega fortemente qualsiasi illecito, insistendo sul fatto di poter dimostrare che i pagamenti erano legittimi e relativi al lavoro di consulenza che ha svolto”.

Il sospetto, sottolinea il quotidiano maltese, è che “le transazioni potrebbero essere una copertura per le tangenti legate all’accordo Vitals sugli ospedali”, accordo su cui è in corso “un’indagine della magistratura”  che ha portato alla perquisizione della casa e dell’ufficio di Muscat.

“L’accordo – rammenta Times of Malta – ha visto il governo di Muscat consegnare la gestione degli ospedali St Luke’s, Karin Grech e Gozo a Vitals Global Healthcare”.

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