La Russia blocca l’accordo sul grano dopo gli attacchi ucraini in Crimea. Lollobrigida: «Inaccettabile»

29 Ott 2022 19:50 - di Aldo Garcon
accordo sul grano

La Russia sospende la partecipazione all’accordo sul grano, mediato dall’Onu e dalla Turchia e in scadenza il 18 novembre, dopo “l’attacco terroristico” condotto a Sebastopoli, in Crimea contro le navi della Flotta del Mar Nero e quelle civili, impegnate nella messa in sicurezza del corridoio per le esportazioni di cereali dai porti ucraini. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Tass. Già oggi la Russia – twitta Dmitry Polyanskiy, vice inviato russo alle Nazioni Unite – informerà ufficialmente il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, della decisione di sospendere la sua partecipazione all’accordo sul grano.

Sospensione dell’accordo sul grano a tempo indeterminato

La sospensione da parte russa dell’accordo sul grano inizia oggi e sarà a tempo “indeterminato” come chiarisce in una nota il ministero degli Esteri di Mosca, citato dall’agenzia Tass. Secondo il comunicato, il governo russo, dopo la decisione di sospendere la partecipazione all’accordo sul grano, ha dato istruzioni ai suoi rappresentanti presso il Centro di coordinamento congiunto di Istanbul.

Cosa dice la Russia

«Alla luce dell’attacco terroristico compiuto dal regime di Kiev il 29 ottobre di quest’anno con la partecipazione di specialisti britannici contro navi della Flotta del Mar Nero e navi civili impegnate a garantire la sicurezza del corridoio del grano, la parte russa sospende la partecipazione all’attuazione degli accordi sull’esportazione di prodotti agricoli dai porti ucraini», spiegano da Mosca.

L’accordo sul grano

Firmato il 22 luglio a Istanbul, l’accordo sul trasporto del grano ucraino attraverso il mar Nero, sospeso oggi dalla Russia, ha permesso finora di trasportare quasi otto milioni di tonnellate di cereali e altri prodotti alimentari in oltre 350 viaggi. L’intesa sulla Black Sea Grain Initiative è stata raggiunta dopo intensi negoziati, per scongiurare una grave crisi alimentare come conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina. Fra i maggiori esportatori di cereali del mondo, prima della guerra l’Ucraina esportava oltre 45 milioni di tonnellate di grano l’anno, oltre a mais e olio di girasole.

L’intesa doveva scadere il 19 novembre

Ucraina e Russia hanno ciascuna firmato un documento separato con la Turchia e l’Onu, che hanno mediato l’accordo. L’intesa, valida per 120 giorni, doveva scadere il 19 novembre, con la possibilità di rinnovo. In sostanza sono stati costituiti nel Mar Nero corridoi di navigazione sicuri, privi di mine, a partire dai porti ucraini di Odessa, Chornomorsk e Yuzhne, fino all’imbocco del Bosforo. La Turchia ha assunto un ruolo da garante, compreso il compito di ispezionare le navi dirette in Ucraina per evitare che trasportino armi. Un altro accordo è stato raggiunto allo stesso tempo con l’Onu per facilitare le esportazioni russe di cereali e fertilizzanti russi. Per monitorare il traffico delle navi è stato istituito un Centro di coordinamento congiunto (Jcc) a Istanbul, sotto la guida turca, con delegati delle quattro parti coinvolte. Russi e ucraini vi lavorano separatamente.

L’appello di Kiev

«Abbiamo avvertito dei piani della Russia per distruggere l’iniziativa sul grano del Mar Nero. Ora Mosca usa un falso pretesto per bloccare il corridoio del grano che garantisce la sicurezza alimentare a milioni di persone» twitta il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. «Invito tutti gli Stati a chiedere alla Russia di fermare i suoi giochi della fame e di riprendere i propri obblighi», ha aggiunto Kuleba.

L’Onu: «Evitare di mettere in pericolo accordo su grano»

Una decisione che allarma la comunità internazionale. Le Nazioni Unite sono in contatto con le autorità russe dopo l’annuncio di Mosca. Lo ha sottolineato il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, aggiungendo che «è fondamentale che tutte le parti si astengano da qualsiasi azione che possa mettere in pericolo l’iniziativa sul grano del Mar Nero, che è uno sforzo umanitario fondamentale che sta chiaramente avendo un impatto positivo sull’accesso al cibo per milioni di persone in tutto il mondo». Duro il ministro degli Esteri, Antonio Tajani che su Twitter ha scritto: «Bloccare il corridoio del grano significa togliere cibo a milioni di persone in povertà. Anche questo significa macchiarsi di gravi azioni contro l’umanità. Mi auguro che la Russia riveda la sua posizione sulla partecipazione all’accordo per l’export di grano dal Mar Nero ucraino». Indignato anche il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e forestale, Francesco Lollobrigida. “La scelta della Russia di bloccare il corridoio del grano, se confermata, sarebbe inaccettabile perché aggraverebbe una situazione di crisi economico e sociale, affamando milioni di persone che già vivono in una condizione di povertà, oltre a un naturale aumento dei prezzi causato dalla speculazione”.

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