La lagna dei fan di Soumahoro per il “tu” della Meloni: è fascista. Ma non era il voi il pronome fascista?

27 Ott 2022 12:24 - di Vittoria Belmonte
Soumahoro

Da due giorni non si placa la polemica sul “tu” per errore rivolto da Giorgia Meloni in aula alla Camera al deputato di Sinistra e Verdi Aboubakar Soumahoro. Un errore per il quale la premier ha prontamente chiesto scusa, ma non è bastato. E così sui social impazzano da 48 ore polemiche che non ricordiamo di avere visto quando i grillini volevano abolire l’appellativo “onorevole” e introdurre il giacobino appellativo di “cittadino” per i membri del Parlamento.

Per il tu a Soumahoro ondata di vittimismo

A dare il la all’ondata di vittimismo è stato lo stesso onorevole Soumahoro. “Visto che la Presidente Meloni è anche Lei ‘scolara della Storia’ parafrasando Gramsci, si ricorderà che durante lo schiavismo e la colonizzazione i ‘neri’ non avevano diritto al ‘Lei’ che era riservato a ciò che veniva definito ‘civiltà superiore’. Ma forse quando un underdog incontra un under-underdog viene naturale dare del tu”. Siamo, qui, nel pieno della cultura “woke”. Con la differenza che siamo in Italia e non in America e che il nostro Paese non ha conosciuto lo schiavismo se non ai tempi dell’Impero romano.

I tweet più ridicoli che alludono al fascismo

In ogni caso, tra i tweet più ridicoli che si possono leggere in rete ce n’è uno che tira in ballo il solito fascismo: “Il tu a Soumahoro così spontaneo delinea Meloni più di tutto il suo discorso prolisso e vuoto. È il tu razzista, è ciò che tenta di reprimere per salvare le circostanze, è ciò che è veramente. Razze, classi sociali. È il fascismo bellezza”. Peccato che il fascismo rese obbligatorio il “voi”, circostanza che gli antifascisti dell’ultima ora sembrano ignorare.

Ma fascismo e razzismo vanno di pari passo nella propaganda social e così un’altra commenta: “Se non è fascismo, quello della #Meloni verso #Soumahoro è autoritarismo paternalista, duro, sprezzante. Sul fondo, naturalmente, il basso continuo razzista che accompagna ogni suo pensiero politico”.

La sinistra e la cultura del piagnisteo

A sinistra insomma hanno appena abbandonato la polemica sull’articolo “il” per concentrarsi sul pronome personale “tu”. Secondo loro sono davvero battaglie importantissime, che si sposano con quella “cultura del piagnisteo” che Robert Hughes definiva non a caso esaltazione vittimistica delle minoranze. Battaglie che infatti risultano incomprensibili, distanti e, a lungo andare, irritanti.

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