Inflazione, balzo dei generi alimentari: +10,9%. Coldiretti: il caro-carrello peserà per 650 euro a famiglia

17 Ott 2022 11:26 - di Redazione
inflazione

Accelerano i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +9,6% a +10,9%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,7% a +8,4%). Lo rileva l’Istat nel diffondere i dati definitivi dei prezzi al consumo a settembre, in particolare per quelli relativi al cosiddetto ‘carrello della spesa’ in lieve flessione rispetto alla stima preliminare in cui si segnalava +11,1%.

Inflazione, peggio di così solo nel 1983

L’Istat commenta che “bisogna risalire ad agosto 1983 (quando fu pari a +11,0%) per trovare una crescita dei prezzi del ‘carrello della spesa’, su base annua, superiore a quella di settembre 2022 (+10,9%)”. “Non sono, infatti, i Beni energetici a spiegare (se non per le conseguenze che la loro crescita così ampia ha innescato) la nuova accelerazione dell’inflazione, – aggiunge l’istituto – ma soprattutto i Beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) seguiti dai Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, in un quadro di crescenti e diffuse tensioni inflazionistiche”.

Coldiretti: ecco quanto peseranno i rincari sulla tavola delle famiglie

I rincari della spesa alimentare costeranno alle famiglie italiane 650 euro in più per imbandire la tavola durante l’anno a causa dell’esplosivo impatto dei costi energetici sulla filiera agroalimentare. E’ quanto stima la Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione.

Secondo l’analisi Coldiretti in cima alla classifica dei rincari con un +60,5% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori, mentre al secondo posto c’è il burro in crescita del 38,1% e al terzo la margarina (+26,5%). Seguono il riso con un +26,4%, spinto anche dal crollo della produzione nazionale a causa della siccità, e il latte uht (+24,5%), davanti a farina (+24,2%) e pasta (+21,6%) mentre nelle campagne il prezzo del grano non copre i costi di produzione degli agricoltori. I vegetali freschi – continua la Coldiretti – aumentano del 16,7% e la frutta del 7,9% con effetti negativi sui consumi.

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