I centri sociali s’infiltrano tra gli studenti, prove tecniche di violenza e messaggi intimidatori
I centri sociali si stanno preparando a dar vita a tutta la loro violenza. Gli antagonisti stanno progettando da setimane un altro “autunno caldo”, azione “preventiva” contro il nuovo governo. Non hanno un briciolo di idee ma il loro scopo è sempre lo stesso. I facinorosi della sinistra estrema sono soliti infiltrarsi nei gruppi studenteschi o mimetizzarsi tra lavoratori e rappresentanti della società civile. Hanno già stilato una lista di iniziative in cui sfogare furiosamente rabbia sociale e attivismo esasperato. Da indirizzare con disordini, scontri e recriminazioni aggressive, contro l’esecutivo Meloni che ha appena giurato. Stanno predisponendo le okkupazioni nelle scuole, con cui già lo scorso anno hanno dato una pessima prova di sé, danneggiando gli edifici di istituti storici, con vere e proprie devastazioni.
Dai centri sociali il messaggio intimidatorio al governo
Gli antagonisti che ieri sono scesi in piazza mimetizzandosi nel corte degli studenti lo testimoniano drammaticamente. E il blitz (tutt’altro che improvvisato) dei fantocci con il volto dei presidenti di Camera e Senato, Roberto Fontana e Ignazio La Russa, gettati dal Ponte Sublicio di Roma, sono la prima evidenza. Un messaggio violento lanciato con veemenza di intenti e dichiarazioni. Perché quando la piazza degenera, ci sono sempre di mezzo i centri sociali. Quelle frange estremiste che si mescolano in maniera subdola a studenti o lavoratori, per alzare il clamore dello scontro.
Gli antagonisti si preparano a un altro “autunno caldo”
A prescindere dalle recriminazioni e dai motivi della protesta. La manifestazione degli studenti che si è svolta ieri a Roma (ma anche in altre città dello Stivale). Indetta (ufficialmente) contro l’alternanza scuola-lavoro, e che ha registrato disordini e momenti di tensione, ne è solo l’ultima, deprecabile dimostrazione. L’ultima occasione sfruttata da frange violente della sinistra antagonista per inveire contro governo e istituzioni (a prescindere dalla causa per cui si scende in piazza).
Il caos dei centri sociali alla manifestazione di ieri a Roma
Anche ieri, infatti, i rappresentanti dei centri sociali si sono mimetizzati per confondersi con il resto dei manifestanti, non per esercitare semplicemente il diritto al dissenso o alla rivendicazione su uno specifico tema. Ma per portare in piazza – a prescindere dall’iniziativa – una militanza di area anarchica, che anche in occasione nel corteo studentesco di ieri mattina non ha mancato di creare caos tra lanci di uova e petardi. Una protesta di piazza, contro l’alternanza scuola-lavoro e per richiamare l’attenzione sui temi ambientali, quella romana. Che iniziata a Piramide, e finita al Miur, ha registrato attimi di tensione. E duri scontri tra polizia e studenti.
Il blitz della macabra messinscena dei manichini appesi al cappio
E che, oltre al blocco del traffico, ha congestionato tutta l’area intorno a Ponte Sublicio e Porta Portese con obiettivo il Miur. Disordini culminati nel momento in cui un gruppo di facinorosi ha appeso a cappi improvvisati i manichini raffiguranti le sembianze dei presidenti del Senato e della Camera. Fantocci impiccati che evocano sequenze terribili e momenti tragici che la storia ha archiviato nel sangue. Un blitz inquietante che non può essere derubricato come momento di protesta o semplice , tra sceneggiata.
Centri sociali, i professionisti della violenza
Ma che, al contrario, va guardato con severità e interpretato per quello che è stato: una macabra messa in scena firmata con accenti violenti dai duri e puri a oltranza dei centri sociali. Eppure, prima o poi qualcuno dovrà rendere conto di questa condotta. Dovrà spiegare che i messaggi di morte lanciati e rivendicati a ogni manifestazione da questi professionisti della violenza che popolano la galassia anarchica, non sono mai, e in alcun modo, accettabili.