Ferrara fa i complimenti a Meloni: è austera come Draghi. E Calenda si ingelosisce…

3 Ott 2022 19:59 - di Vittoria Belmonte
Ferrara

Giuliano Ferrara, che come tutti sanno ha votato il Pd alle elezioni politiche, firma oggi con il consueto elefantino un pezzo sul Foglio nel quale valuta da un’angolazione inedita il cosiddetto “stile Meloni”.

Ferrara: Meloni non è vanitosa come i maschi in politica

La leader di FdI e forse futura premier, secondo Ferrara, non è vanitosa come i maschi. E in politica, aggiunge, è Matteo Salvini quello che possiede un ego ipertrofico. “Salvini si guarda e si ammira in ogni occasione e postura, sistematicamente: a torso nudo, con lo smoking, in divisa, con la felpa di Putin, mentre riposa, mentre mangia salumi, mentre arringa folle e funzionari”. Ciò farebbe di lui un leader immaturo.

Letta, Renzi e Calenda non sono certo modesti…

“Di Calenda e Renzi – continua Ferrara – inutile stare a parlarne, tra il romanesco affettato dell’Italia sul serio e il rinascimento fiorentino sempre a verbale, le loro notevoli qualità sono spesso sopravanzate da ventosità, spocchia, immodestia”. Ma non è che Enrico Letta – prosegue – “sia da meno, per quanto abbia fatto della compostezza la carta perdente di una tornata elettorale sghemba”.

Elogi allo stile Meloni: ha evitato il papeetismo

Invece Meloni – ecco i complimenti di Ferrara alla leader di FdI – “quando grida e quando tace, da tribuno e da would be statista, ed eccoci di nuovo al discrimine tra femmine e maschi in materia di vanità, offre sempre l’impressione di una fatica, di un duro e magari sporco lavoro che qualcuno dovrà pur fare. Il suo contegno nella vittoria sembra una quinta dose di vaccino contro i rischi del papeetismo e la sua tigna nella difesa della privacy personale e familiare depone bene quanto al carattere. Nulla è acquisito. La contingenza politica può fare brutti scherzi. La sottile vena di draghismo metodologico che si intravede nell’austerità vocale e di atteggiamento del futuro premier può lasciare il passo agli spiriti animali non dico dell’eredità postfascista, ché per il fascismo come ben detto da Garton Ash bisogna guardare a Mosca piuttosto che a Roma, ma di un tolkienismo male assimilato”.

Calenda fa il geloso: già è celebrata come statista

Analisi che fa andare su tutte le furie il vanitoso Calenda che su twitter rimbrotta gli editorialisti. Ma come – si chiede Calenda – basta che Meloni non abbia festeggiato la vittoria per promuoverla statista? Si celebra il vincitore, aggiunge. E che il vincitore, o meglio in questo caso la vincitrice, possa meritare qualche lode, invece, a un egocentrico come lui non viene neanche in mente…

 

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