Esecutivo FdI, Meloni: «Sarà un governo di alto profilo. Competenze esterne? È comunque politico»

5 Ott 2022 17:35 - di Sveva Ferri
meloni governo

Sarà un governo «il più autorevole e di alto profilo possibile», per il quale «si parte dalla competenza». Giorgia Meloni ha ribadito nel corso dell’esecutivo di FdI, che si è tenuto oggi a via della Scrofa, che il governo non sarà fatto con il manuale Cencelli alla mano, ma sulla base delle migliori figure in campo. Anche se queste dovessero essere trovare «al di fuori degli eletti, a partire da FdI». Una circostanza che «non sarà certo un limite», né una messa in discussione della «natura fortemente politica del governo, perché – ha chiarito la leader di FdI – i governi sono politici quando hanno un mandato popolare, un programma definito, una visione chiara e una guida politica».

Meloni: «Sarà un governo il più autorevole e di alto profilo possibile»

«Come chiesto dai cittadini», ha quindi aggiunto Meloni, secondo quanto riferito da chi ha partecipato all’esecutivo e riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos, il prossimo governo «porterà avanti politiche in discontinuità rispetto a quelle messe in piedi in questi anni dagli esecutivi a trazione Pd». Per farlo «intendiamo mettere in piedi il Consiglio dei ministri più autorevole e di alto profilo possibile. Questo significa che non sarà composto per risolvere beghe interne di partito o proponendo qualsiasi nome o per rendite di posizione».

Rispetto per i partiti, ma nessuna imposizione

Nomi continuano a non essercene, anche perché, pure di fronte al suo stato maggiore, Meloni ha ribadito la volontà di mantenere il massimo riserbo in un’ottica anche di rispetto delle istituzioni, visto che formalmente non ha ancora ricevuto l’incarico da premier. «Se il Presidente della Repubblica ci conferirà il mandato il nostro sarà un governo politico, forte e coeso, con un programma chiaro, un mandato popolare e un presidente politico», ha poi rimarcato Meloni, spiegando, secondo quanto riportato, che rispetterà le richieste di tutti i partiti della coalizione e FdI, ma non si farà imporre nomi che non siano all’altezza della situazione e invitando tutti a non dare retta ai retroscena sui rapporti con gli alleati che sono all’insegna di un confronto continuo e positivo.

L’Italia nella fase «forse più difficile della storia repubblicana»

Una situazione che, ha ribadito Meloni, rappresenta «la fase forse più difficile della storia della repubblica italiana: siamo nel mezzo di un conflitto, i cui contorni sembrano irrigidirsi ancora di più; restano incognite sul tema della pandemia; viviamo una crisi economica e energetica che sembra destinata a provocare un effetto domino sui prezzi delle materie prime e dei prodotti alimentari». «Ereditiamo una situazione difficile: i ritardi del Pnrr – ha detto – sono evidenti e difficili da recuperare e siamo consapevoli che sarà una mancanza che non dipende da noi ma che a noi verrà attribuita anche da chi l’ha determinata». Dunque, servono risposte immediate e anche se «abbiamo margini di tempo stringenti, noi siamo pronti» e «abbiamo le competenze e le capacità», ha sottolineato Meloni, ricordando che siamo «in contatto con il governo uscente per favorire una transizione ordinata».

Quest’anno ricorre il decennale della fondazione di FdI

«Tra 70 giorni (21 dicembre) ricorrerà il decennale della fondazione di Fratelli d’Italia. Dieci anni fa non potevamo immaginare i traguardi che avremmo raggiunto: con orgoglio raccogliamo i frutti di un lavoro duro, portato avanti con determinazione e costanza, senza mai prendere scorciatoie. Siamo partiti dall’1.98% per arrivare a essere oggi il primo partito italiano con il 26%», ha detto Meloni, lodando la «prova di stile e serietà» data dalla classe dirigente di FdI dopo il voto. «Malgrado la vittoria storica – ha sottolineato – non abbiamo festeggiato perché sarebbe stato inopportuno rispetto alle sfide che l’Italia sta vivendo. La gioia e la legittima soddisfazione hanno lasciato subito spazio al pragmatismo e al senso di responsabilità».

La sinistra «è in totale corto circuito»

Ma un passaggio Meloni lo ha dedicato anche alla sinistra, che «è in totale corto circuito: siamo arrivati al punto di vedere manifestazioni di protesta contro il nostro governo senza che ancora ci sia il nostro governo». «Abbiamo visto femministe scendere in piazza per protestare contro la possibilità di avere il primo presidente del Consiglio donna. E da chi ieri ci accusava di essere “un pericolo per l’Italia e l’Europa” sentiamo dire oggi di essere diventati “draghiani” o “normalizzati”. Letture, come al solito, distorte da parte di chi non si rassegna alla nostra vittoria». «Oggi – ha concluso Meloni parlando ai suoi – quelle bugie si stanno sgretolando ed è palese che eravamo più seri noi, pur dall’opposizione del governo».

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