“E’ instabile”, la Maraini boccia Sgarbi ipotetico ministro della cultura: il tifo pro e contro

13 Ott 2022 17:11 - di Federica Argento
Sgarbi

Derby acceso sull’ipotesi di Vittorio Sgarbi ministro dei Beni culturali. E’ un gioco, visto che ancora non abbiamo un premier incaricato, se non in pectore. E il totoministr impazza. La proposta è stata formulata ufficialmente dal cantante Morgan ed indirizzata direttamente alla Meloni. “La cultura deve avere come conducente una figura popolare, persona trasversale che in questa nostra era ha solo un nome noto. E lo dice la sinistra, la destra e i libertari per varie ragioni ma in fondo tutte uguali: dalle cattedrali agli stadi, dai virtuosi ai più sfigati: non c’entra il vil denaro non c’entrano i miliardi, si sente dire in coro: ‘Lo dia a Vittorio Sgarbi‘”. Con un intervento in parte in versi pubblicato sul ‘Giornale’, Marco Castoldi, in arte Morgan, ha chiesto a Giorgia Meloni di affidare il ministero della Cultura al crito d’arte.

Totoministri: è “referendum” su Sgarbi ministro della Cultura

Ne è nato un dibattito, che in queste ore di ‘totoministri’ ha interessato scrittori e storici che stanno dicendo la loro se Vittorio Sgarbi possa rappresentare un ministro ideale. Iniziamo dai suoi “tifosi”:

Edoardo Sylos Labini: “Sgarbi? Lo vedrei bene”

Edoardo Sylos Labini, attore, drammaturgo, direttore di “Cultura e identità” commenta: “Vedrei bene Vittorio Sgarbi titolare del dicastero di via del Collegio Romano. E’ un grande esperto e competente in materia di beni culturali, questo è innegabile. Lui stesso, però, ha proposto lo spacchettamento del ministero. La cultura è anche teatro, danza, cinema, audiovisivo, editoria, nuove tecnologie e nuove piattaforme”. E’ quanto dichiara all’Adnkronos l’attore e regista. “Nel campo dello spettacolo dal vivo ci vogliono persone preparate, persone che amano questo lavoro, che lo conoscano profondamente – aggiunge -. Non abbiamo bisogno di burocrati, ma di personalità con visioni di lungo respiro. E Fratelli d’Italia aveva questa visione nuova nel programma della cultura legato al nostro Paese”. E sui papabili ministri della Cultura Edoardo Sylos Labini fa due nomi, Federico Mollicone e Giampaolo Rossi.

Lino Banfi: “Sgarbi può fare un ministro e mezzo”

“Sono d’accordissimo” dice all’Adnkronos Lino Banfi. “Per quanto riguarda la cultura – afferma Banfi – Sgarbi ne ha abbastanza per fare un ministro e mezzo. Meglio lui di un altro che non conosciamo, sono d’acccordissimo. Sarà perché mi ha sempre voluto bene e ha fatto delle definizioni di grande amicizia e di grande cultura su di me. Un giorno addirittura disse: ‘Banfi è da studiare all’università’. A uno che dice così come minimo gli auguro di diventare ministro della Cultura”, conclude Banfi con il suo solito umorismo.

Franco Cardini: “No, Sgarbi è un battitore libero”

A opporre un no secco c’è, tra gli altri, lo storico Franco Cardini: Vittorio Sgarbi, pur essendo uno studioso “intelligente e preparato”, non ha caratura per diventare nuovo titolare del dicastero di via del Collegio Romano. “Sgarbi ministro? Assolutamente no. Lo dico con il massimo rispetto della figura di Sgarbi come studioso e con affetto. Ma non ha il taglio né etico né mentale per questo incarico”, afferma lo storico conversando con l’AdnKronos. “Stimo molto Vittorio Sgarbi – argomenta – . Però credo che un ministro deve essere principalmente un amministratore. Deve avere degli interessi e una generale caratura sia etica, sia politica di una qualità diversa. Sgarbi fa benissimo quello che fa, ovvero il battitore libero. La sua indole, il suo carattere e il suo modo di fare cultura non sono del tipo che obiettivamente viene richiesto nel caso di una persona che venga investita di un incarico di tipo istituzionale”.

Roberto D’Agostino: “‘No.Fare il ministro non è un ‘one man show'”

Sulla Stessa lunghezza d’onda Roberto D’Agostino. ”Fare il ministro non è un ‘one man show’ ma un lavoro di squadra. Devi riuscire a coordinare e a dirigere uno staff e devi sapere ingoiare rospi dalla mattina alla sera pur di portare avanti un programma. E Sgarbi non è adatto a questo ruolo”. Così il giornalista e opinionista Roberto D’Agostino all’Adnkronos. ”Il consiglio che posso dare a Sgarbi è di lasciare perdere, di salvarsi. Lo dico per la sua salute mentale – continua Dago -. Fare il ministro è completamente diverso dal lavoro solitario di un critico d’arte che fa una mostra e dice la sua sugli altri. Non ce lo vedo lì, chino, con il Capo di Gabinetto e con alle spalle una macchina del potere che ti stritola”.

Dacia Maraini “boccia” Sgarbi: “No, instabile e senza equilibrio”

Un giudizio sensato, che si può condivedere o meno, ma certo non offensivo come quello di Dacia Maraini. Sgarbi “è un uomo di qualità ma per questo incarico serve maggiore “equilibrio”. La scrittrice all’AdnKronos afferma: “Penso che Sgarbi sia una persona intelligente e preparata, però il suo carattere è troppo instabile, difficile e troppo iracondo. Io sono per una persona più equilibrata”, ribadisce la scrittice di “Buio”.

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