Degrado a Roma, la ricetta di Gualtieri: cancellare le vie dedicate al colonialismo fascista
Criminalità, violenza, spaccio, degrado? Non ci sono o comunque possono aspettare. Per il Campidoglio la priorità per salvare Roma è cancellare le tracce del colonialismo fascista. Proprio così. Sono mesi che la maggioranza che sostiene il sindaco Gualtieri ha in mente la campagna ispirata alla cancellazione dello scandalo storico.
La Giornata della memoria per le vittime del colonialismo
Ma adesso, che la pericolosa destra si appresta a guidare il governo, è diventata un’iniziativa ‘necessaria’. L’obiettivo, di stretta attualità e di cui i romani sentono un bisogno estremo, è presto detto. Istituire, niente meno, la Giornata della memoria per le vittime del colonialismo italiano in Eritrea, Libia, Etiopia e Somalia. Lo prevede una mozione proposta dal Pd per la nuova celebrazione “da svolgersi il 19 febbraio in ricordo delle vittime africane durante l’occupazione italiana”.
L’ossessione della cancel culture
Sulla scia, si legge, di “studi approfonditi e documentati che hanno stimato in quasi 700 mila le persone vittime del colonialismo italiano in Eritrea, Libia, Etiopia e Somalia. Che inizia con i governi liberali e termina con il fascismo”. Una risposta, visto anche la data prescelta, alla Giornata del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata? Alla faccia della riconciliazione nazionale.
La rivoluzione toponomastica targata Gualtieri
Ma non basta. Nel documento si chiede anche una rivoluzione toponomastica per cancellare dalla storia la campagna d’Africa. Un intervento ispirata alla peggiore cancel culture, di cui il partito di Letta non riesce a fare a meno. Ossessionato dai mostri del passato e incapace di guardare al presente. La mozione arrivata nell’aula consiliare capitolina punta a “modificare le targhe delle strade ispirate al colonialismo. Riportando sulle stesse una spiegazione che faccia riferimento agli episodi storici, in gran parte criminali, del colonialismo italiano”. Una rilettura storica a senso unico, intrisa di ideologia. “La presenza muta dei toponimi – si legge nella mozione del Pd – permette di continuare a godere del senso di superiorità imperiale di cui sono intrisi”.
Gualtieri vuole cancellare le targhe stradali dedicate al colonialismo
Non è la prima volta che la sinistra si cimenta nella campagna di ‘cancellazione’ di monumenti, opere pubbliche, resti tangibili del ventennio mussoliniano nella Città Eterna. Una vera e propria censura, degna delle dittature del secolo scorso. Ricordate l’ossessione boldriniana per l’obelisco con la scritta dux che campeggia marmoreo di fronte al complesso del Foro Italico? Parola d’ordine della sinistra antifascista cancellare, bandire, azzerare le tracce del passato scomodo. Dando vita a campagne che trasudano intolleranza postuma all’insegna del politicamente corretto e che mettono il bavaglio al pluralismo delle idee.
Niente più via Amba Aradam e piazza Addis Abeba
Insomma niente più via Amba Aradam, largo Ascianghi a Trastevere, piazza Addis Abeba, via Tembien e via Endertà nel cosiddetto quartiere Africano della capitale. Strade, si legge nella proposta a prima firma Pd che rappresenterebbero “luogo di eccidi e stragi o che commemorano la perdita di soldati”. Ecco la priorità del Pd nella lotta al razzismo e ai pregiudizi nel nome dell’accoglienza. E neanche a dirlo della salvaguardia della memoria storica di parte come punto essenziale dell’azione politico-amministrativa. Si parte dalla lotta postuma al colonialismo nel nome della damnatio memoriae. E si cambiano le targhe delle strade della Capitale. Operazione tra l’altro costosissima, un toccasana per un Comune che nel 2019 registrava 12 miliardi di euro di debiti. E che registra un discreto strabismo storico. Allora perché non cancellare le tracce del colonialismo romano? Un insulto al pacifismo democratico anche quello.
Queste decisioni scellerate della estrema sinistra non portano a nulla. Solo fomentano la divisione tra italiani con scelte inutili che non cambiano la vita della gente. La storia non si cancella togliendo vie o simboli del passato. Qui in Spagna sono ossessionati dal rimuovere cio’ che ricordi il Franchismo per pura ideologia, ma che non aiuta l’ economia di un Paese sull’ orlo del precipizio della recessione e dove il numero dei disoccupati supera i 3 milioni ( dati del 2022)