Congresso Pd, la fatwa di Cofferati: «Chi lo ha condotto alla decadenza, si faccia da parte»

31 Ott 2022 13:48 - di Redazione
Cofferati

Non deve cambiare solo la musica, ma anche i musicanti. Di tanto almeno è convinto Sergio Cofferati, già segretario generale delle Cgil e fino al 2019 europarlamentare dem a proposito del congresso del Partito democratico. «Credo – dice all’Adnkronosche sia indispensabile che il Pd provi a ricostruirsi. Ma per farlo ci sono due condizioni: la prima è che si dia l’assoluta priorità al programma, alle cose che devono caratterizzare senza incertezza un partito di sinistra, insomma la proposta di merito, lasciando a un secondo momento la discussione sui nomi. L’altra cosa – prosegue – è che quando questa discussione si farà dovrà essere data assoluta priorità alle novità. Non è credibile che un partito rinasca condotto dalle stesse persone che hanno avuto una funzione primaria con la sua decadenza».

Così Cofferati all’Adnkronos

L’intervento di Cofferati, sia per il peso della sua storia personale sia per il particolare momento che vive il maggior partito della sinistra, è destinato a lasciare un segno. Il Pd si è avviato al congresso quasi alla cieca. I nomi sono tanti, le idee poche e confuse. Come se non bastasse, deve fare i conti anche con il protagonismo dei governatori, che spesso scelgono strade del tutto eccentriche rispetto ai temi del congresso.

«Ritornare al rapporto con gli iscritti»

È il caso del campano Vincenzo De Luca che solo due giorni fa ha mobilitato il partito e ben 300mila euro di pubbliche risorse per finanziare una improbabilissima Marcia della pace al solo scopo di segnalare ai contendenti la propria esistenza in vita. E non è l’unico. Da qui il sostanziale scetticismo di Cofferati, che non a caso richiama l’attenzione sulle cose da fare. «Nel merito – dice infatti l’ex-leader della Cgil -, c’è un progetto politico e la struttura organizzativa che avere come priorità il rapporto coi cittadini, con gli elettori e, ovviamente prima ancora, con gli iscritti. Se non hai più un rapporto con gli iscritti e in genere con le persone a cui ti devi rivolgere – conclude Cofferati –, non otterrai alcun risultato».

 

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