Addio a Piccola Piuma l’apache, attrice e attivista che scosse Hollywood col no all’Oscar di Marlon Brando

3 Ott 2022 21:13 - di Giulia Melodia
Piccola piuma

Sacheen Littlefeather, meglio nota da noi con l’epiteto di Piccola piuma, se n’è andata in silenzio, dopo una vita spesa a dare voce ai diritti negati al suo Popolo. Un popolo, quello degli Indiani d’America, relegato all’angolo della storia e dei suoi confini originari, di cui l’attrice e attivista ha denunciato gli orrori della storia. La bellezza fiera e l’orgoglio di un’appartenenza che non ammetteva sconti o compromessi. Non a caso oggi i più la conoscono per essere stata la prima donna nativa americana a salire sul palco degli Oscar per aver rifiutato la mitica statuetta di Hollywood da parte di Marlon Brando, insignito del riconoscimento per Il Padrino.

Addio a Piccola Piuma, al secolo Sacheen Littlefeather

Titolo che l’attore rinnegò per protesta nei confronti del trattamento riservato ai nativi sullo schermo. Affidando in quell’occasione a Piccola piuma la sua protesta. E lei provò, per quanto le fu possibile, a richiamare l’attenzione sui maltrattamenti inflitti alla sua gente, con un discorso che nelle intenzioni di Brando sarebbe stato lungo ben otto pagine. Ma che si limitò ai 120 secondi di rito concessi ai premiati sul palco… Oggi, anche solo il ricordo di quei momenti di un lontano 1973 – un’era glaciale fa se pensiamo al tipo di attivismo e di rivendicazioni tentati anche sul palco hollywoodiano per eccellenza – fa venire i brividi…

L’attrice e attivista nativa americana che diede uno scossone a Hollywood

Per la passione, la pacatezza e l’orgoglio con cui pronunciò quelle parole che segnarono a caratteri di fuoco quella protesta che scosse l’Academy. E circa 85 milioni di telespettatori. Un mondo a cui Piccola Piuma si presentò come una vera apache… Con un abito di pelle di cervo, mocassini e lunghi capelli neri raccolti in due codini, la 26enne sconosciuta, si rivolse così al pubblico dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, esordendo: «Buonasera. Mi chiamo Sacheen Littlefeather. Sono Apache e presiedo il Comitato Nazionale per l’Immagine Affermativa dei Nativi Americani».

Quel discorso sul palco dell’Oscar in nome di Marlon Brando

E subito dopo: «Rappresento Marlon Brando a questo evento. È con rammarico che Marlon Brando non può accettare questo premio così generoso, a causa del modo in cui i nativi americani sono trattati oggi dagli Stati Uniti. Ed è con rammarico che non può accettare questo generosissimo premio, a causa del modo in cui i nativi americani sono trattati oggi dall’industria cinematografica, in televisione e nelle repliche dei film. E a causa di Wounded Knee». Quelle parole, piovute su una platea di stelle del firmamento hollywoodiano, furono accolte da un mix di applausi, fischi ed anche di insulti.

Le scuse per la brusca interruzione arrivate solo il 17 settembre scorso…

Quelle parole le costarono una carriera cinematografica, oltre che l’ira dei vertici dell’Academy Awards. Quasi 50 anni dopo l’istituzione di Hollywood si è scusata con Sacheen Littlefather, organizzando in onore della cultura dei nativi americani il 17 settembre scorso un evento che ha celebrato il contributo delle popolazioni indigene alla Settima Arte. E allora oggi, nel dirle addio, non possiamo che ritornare con la mente a quei momenti. A quella donna, nata come Marie Louise Cruz, soprannominata Piccola Piuma, a Salinas, in California, il 14 novembre 1946. E morta domenica 2 ottobre a 75 anni.

Piccola Piuma, una vita vissuta in nome dell’impegno civile

L’attrice e attivista si è spenta nella sua casa di Novato, nella contea di Marin, in California, in seguito ad un tumore al seno e al polmone destro che le era stato diagnosticato nel 2018. Dopo una vita trascorsa a lottare per ciò in cui credeva. Come negli anni ’80, quando ha partecipato a campagne per la lotta all’Aids, causa di morte del fratello. E ha lavorato in un ospizio fondato da Madre Teresa in California. Una vita di battaglie e di impegno che oggi l’hanno resa parte del racconto storico dell’impegno civile… e non solo la protagonista di un capitolo della storia del cinema.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *