Si chiama Alessandra: è la bimba nata in Italia dopo il primo trapianto di utero. È il sesto caso al mondo

2 Set 2022 12:28 - di Redazione
trapianto utero

La medicina dei trapianti compie il miracolo: all’ospedale Cannizzaro di Catania è nata Alessandra, figlia della donna che ha ricevuto il primo trapianto di utero realizzato in Italia. «Si tratta della prima nascita di questo tipo nel nostro Paese e del sesto caso al mondo di gravidanza portata a termine con successo dopo un trapianto di utero da donatrice deceduta», sottolinea una nota del Centro nazionale trapianti (Cnt), rilanciata dall’Adnkronos. Una notizia a cui fa contraltare lo sconcerto per quanto avvenuto invece contemporaneamente a Taranto. Dove una partoriente 28enne è deceduta per un’emorragia dopo aver dato alla luce una bambina con parto cesareo. E ci si chiede come sia possibile, in un giorno in cui si celebra il prodigio della nascita. In un’era di progressi scientifici e di eccellenza chirurgica, che si possa ancora morire in sala parto…

Alessandra, la prima bimba nata in Italia dopo un trapianto di utero

Certo, gestazione e nascita sono ancora processi – per quanto naturali – spesso complessi. Come nel caso della madre della piccola Alessandra, «oggi 31enne», che fa sapere l’Adnkronos, «era nata priva di utero a causa di una rata patologia congenita: la sindrome di Rokitansky. Una patologia che – ricorda la nota del Cnt – ha portato al trapianto di utero. Che poi un’équipe multidisciplinare composta dai professori Pierfrancesco Veroux, Paolo Scollo, Massimiliano Veroux e Giuseppe Scibilia, ha effettuato nell’agosto 2020. Ossia in piena pandemia, presso il Centro trapianti dell’Azienda ospedaliero universitaria Policlinico di Catania. Un intervento realizzato nell’ambito di un programma sperimentale coordinato dal Centro nazionale trapianti.

Trapianto di utero e gestazione: una procedura complessa

Successivamente a seguire la donna ha provveduto l’équipe di Paolo Scollo, presso il reparto da lui diretto di Ostetricia e ginecologia dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro, unità operativa complessa clinicizzata dell’Università Kore di Enna. Al Cannizzaro la paziente e il marito hanno poi iniziato il percorso di fecondazione assistita omologa, grazie agli ovociti prelevati e conservati, prima dell’intervento, nella biobanca per la preservazione della fertilità dello stesso ospedale». «Si è trattato di un trapianto estremamente complesso – racconta allora Pierfrancesco Veroux, professore ordinario di chirurgia vascolare e trapianti dell’Università degli studi di Catania – . Una procedura che ha presentato sin dall’inizio le difficoltà tecniche che ne limitano l’uso estensivo su vasta scala». Non a caso, quello di oggi è il sesto caso al mondo.

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