Ritirata russa, Putin pensa all’atomica e annuncia: “L’Occidente ha già perso la guerra lampo economica”

12 Set 2022 16:28 - di Robert Perdicchi
Sul piano economico, la Russia si dichiara già vittoriosa. E forse Putin pensa all'atomica per invertire le sorti della guerra

La Russia è riuscita in breve tempo ad attuare misure tali da far fallire “la guerra lampo economica” scatenata dall’Occidente. Il presidente russo, Vladimir Putin, citato dall’agenzia di stampa Sputnik, non commenta la ritirata russa a est e a nord dell’Ucraina, che secondo alcuni starebbe segnando una svolta nel conflitto tra i due Paesi, ma annuncia che sul piano economico la Russia è già vittoriosa. E forse pensa all’atomica per invertire le sorti della guerra sul territorio ucraino.

“La tattica della guerra lampo economica” su cui i Paesi occidentali “contavano, non ha funzionato: questo è già evidente a tutti e anche a loro”, ha dichiarato Putin, secondo cui la Russia è riuscita “prontamente a implementare misure di protezione efficaci e a lanciare meccanismi per supportare le industrie chiave così come le piccole e medie imprese”.

Putin e l’atomica “tattica” da utilizzare in Ucraina

Le difficoltà della Russia sul campo di guerra, secondo i giornali e i più autorevoli commentatori internazionali, potrebbe aprire la porta a un’escalation nucleare, più volte evocata dai falchi del Cremlino. Repubblica spiega che lo Zar ha la necessità impellente di risollevare il morale dei suoi uomini, ormai consapevoli delle disfatte… Per questo Putin potrebbe decidere di utilizzare le bombe nucleari tattiche, ovvero le uniche armi di cui attualmente l’Ucraina è sprovvista…”. Quelle bombe potentissime ma a corto raggio e con basso potere distruttivo sarebbero in dotazione della Russia, che dispone di circa 2 mila di questi ordigni che possono anche essere sparati come proiettili di artiglieria, da aerei navi.
La questione chiave sul tavolo di Vladimir Putin è la natura stessa del conflitto: da aprile si è cercato di contenere le perdite, affidando i combattimenti soprattutto a fanti delle repubbliche secessioniste, mercenari, brigate paramilitari della Rosvgardia. Un’accozzaglia di truppe senza coordinamento che non ha saputo rispondere in maniera organizzata all’attacco ucraino… Adesso la parola vietata dal Cremlino viene evocata dai falchi e non pare ci siano alternative per affrontare i prossimi mesi di scontri….”, scrive Repubblica in riferimento al possibile ricorso di Putin all’opzione atomica.

Elezioni, lo “Zar” si rafforza in Russia

Non hanno riservato sorprese, intanto, i risultati delle elezioni locali che si sono tenute dal 9 all’11 settembre in Russia, le prime consultazioni dopo l’invasione dell’Ucraina. Tutti i candidati filo-Cremlino, come era ampiamente previsto, hanno vinto, i 14 governatori in carica sono stati rieletti ed il partito del presidente Vladimir Putin, Russia Unita, ha mantenuto la maggioranza in gran parte delle assemblee regionali e locali. Sono stati oltre 45 milioni gli elettori chiamati alle urne per scegliere 31mila cariche in 82 regioni.

Gli osservatori indipendenti dell’organizzazione Golos hanno elencato numerosi brogli. Le autorità russe, tuttavia, hanno negato che ci siano state gravi violazioni durante le operazioni di voto. Prima delle urne, diversi attivisti dell’opposizione si erano lamentati del fatto che chi si era espresso contro la guerra in Ucraina non avesse potuto candidarsi. Il voto è stato preceduto da una campagna elettorale di basso profilo come non mai a causa anche della censura dettata dalla guerra e dall’arresto di diversi dissidenti. Il risultato più eloquente tra i governatori confermati è stato ottenuto da quello della Repubblica di Buriazia, Alexey Tsydenov, che è stato rieletto con l’86,2% dei voti.

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