Palermo, finalmente allontanati i provocatori. Ma c’è chi già fa il piagnisteo sulla polizia “cattiva” (video)

21 Set 2022 10:41 - di Vittoria Belmonte
Meloni Palermo

Erano qualche decina e volevano disturbare il comizio di Giorgia Meloni a piazza Politeama. Non li hanno fatti passare. La polizia ha agito secondo la circolare restrittiva decisa dal ministro Lamorgese dopo che provocatori esagitati avevano preso di mira i comizi di FdI a Milano, Matera, Caserta e in altre località durante la campagna elettorale.

Disturbare i comizi non è libertà di espressione ma provocazione

E’ un metodo, sia detto con chiarezza, inaccettabile. Siamo in campagna elettorale e ogni partito dev’essere libero di svolgere la sua manifestazione nella piazza per la quale ha chiesto permesso alla locale questura e dove confluiscono i simpatizzanti di quel partito. La provocazione organizzata, con la scusa che la piazza è di tutti, non può e non deve valere: non esiste il diritto di provocare. E finora i militanti di FdI sono stati impeccabili e molto bravi a non reagire e a non creare incidenti. Un comportamento esemplare per il quale la stessa Meloni li ha più volte, e in vari comizi, ringraziati.

La ridicola dichiarazione di Bobo Craxi

Quindi, siccome questi esagitati montati dalla narrazione del fascismo che torna non sono riusciti a creare la rissa per poter dire che i meloniani sono brutti, cattivi e picchiatori adesso si attaccano al piagnisteo sulla polizia cattiva che manganella i bravi ragazzi che volevano fare una passeggiata antifascista in piazza Politeama. Addirittura Bobo Craxi punta l’indice contro il questore di Palermo: “I manganelli apparsi al comizio della Meloni – dice – sono un fatto grave, una misura assolutamente sproporzionata ed un triste presagio di quel che sta per accadere nel paese. Chiederò stamane al questore di Palermo la ragione di questa violenza verso pacifici avversari politici della signora Meloni”. Ora scrivere che i “manganelli sono apparsi durante il comizio della Meloni” fa comprendere a chi legge che quelli che stavano a sentire il comizio della Meloni erano armati di manganelli. Malafede e manipolazione, come al solito.

Repubblica lamenta che una sua cronista è caduta a terra durante la carica della polizia

Stesso mix che si ritrova nell’articolo sui fatti di Palermo di Repubblica: “Sono una cinquantina di ragazzi e ragazze under 30 e portano striscioni con slogan come «Sul mio corpo decido io» o «Fuori gli obiettori dai consultori. Non riescono neanche ad avvicinarsi alla piazza: prima un folto cordone di polizia li blocca a cento metri dal comizio, poi altri due gruppi di agenti li accerchiano. A quel punto la situazione sfugge di mano: c’è una prima carica di contenimento, poi vola una bottiglia. «Un agente è stato colpito da un pugno», sostiene la questura. Sta di fatto che parte una seconda carica: stavolta viene colpita anche la cronista di Repubblica , che finisce a terra nonostante gridi di essere lì per lavorare. Meloni, intanto, sente da lontano qualche strepito e prova a cavalcare la situazione. «C’è qualcuno che strilla, ma lasciateli fare – ironizza – io urlo di più: sono cintura nera di urla”.

Manifestanti pacifici che tirano bottiglie

In questo resoconto è davvero singolare quel “vola una bottiglia”. Chissà come mai, quale mano l’avrà fatta volare? Non certo quella di un poliziotto. Bizzarro poi che questi manifestanti pacifici – come li definisce Repubblica – facciano volare bottiglie. La questura sostiene che un poliziotto è stato colpito da un pugno.  E’ vero? Non è vero? Certo l’articolo lascia intendere che vi sono dubbi su quella versione. Eppure la cronista stava là in mezzo, tanto che lamenta di essere caduta durante una carica (e ha ricevuto la solidarietà di Giorgia Meloni per quanto accadutole). Purtroppo, sono i rischi del mestiere. Accaduti anche a chi scrive. Ma intanto il piagnisteo è partito: Meloni, i manganelli, la polizia “cilena”, per giungere sempre allo stesso fantasma: il fascismo ritornante. Che noia, infinita noia.

 

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