Latina, la festa a sinistra è già finita: Coletta sotto di 6 consiglieri, il centrodestra prepara la sfiducia
Sono passati appena dieci giorni dall’elezioni e cinque dalla proclamazione, ma per Damiano Coletta, confermato sindaco di Latina al termine di una controversa vicenda elettorale, già si apre la strada della sfiducia. Benché infatti la ripetizione del voto in 22 sezioni abbia consegnato il Municipio al centrosinistra, nonostante Vincenzo Zaccheo con il centrodestra avesse ottenuto il 60,5% dei voti, il primo cittadino non ha la maggioranza in Comune. O, meglio, è in netta minoranza: 13 voti a fronte dei 19 della presunta opposizione di centrodestra, che avendo ottenuto il 54% dei consensi ha avuto anche il premio di maggioranza.
La “grande vittoria” della sinistra a Latina: un sindaco senza maggioranza
Dunque, quel voto ripetuto il 4 settembre che la sinistra nazionale ha salutato, per dirla con Roberto Gualtieri, come il segno del fatto che «questa destra si può battere», è stata davvero una clamorosa «vittoria di Pirro», come ha ricordato di fronte ai trionfanti strombazzamenti della sinistra la consigliera regionale e candidata di FdI alla Camera, Chiara Colosimo. Ora, se è certo che il centrodestra ha il pallino in mano e ha tutta l’intenzione di giocarlo, l’unica incognita resta quale strada deciderà di intraprendere. Sul tavolo ci sono due possibilità: la via della sfiducia in aula o quella del notaio.
Il centrodestra prepara la sfiducia a Coletta
Su questo ragionano i partiti, poiché la prima avrebbe forse un impatto politico più forte, ma la seconda è più rapida. In entrambi i casi bisognerà attendere la convalida degli eletti nella prima seduta del consiglio, che il sindaco può convocare entro 20 giorni dalla proclamazione. A quel punto la scelta sarà se andare subito dal notaio o attendere la convocazione di una nuova seduta, che può avvenire entro altri dieci giorni. In ogni caso, poiché la sinistra non avrebbe alcuna convenienza a ritrovarsi con un sindaco appena eletto – e con quel clamore – sfiduciato prima del voto, è probabile che attenderà la data ultima possibile per la proclamazione degli eletti, facendola slittare intorno al 27 o 28 settembre e confermando, dopo il caso della Regione Lazio, di piegare in modo piuttosto spregiudicato la gestione delle istituzioni alle proprie convenienze elettorali.
«Lo manderemo a casa, i cittadini lo hanno già sfiduciato»
Giochetti, che comunque non cambiano la sostanza. «Manderemo a casa Coletta», ha chiarito il coordinatore regionale della Lega, Claudio Durigon, sottolineando che «faremo semplicemente quello che chiede la città, che lo ha sfiduciato già il 4 settembre» e annunciando un vertice con i colleghi coordinatori di Forza Italia e FdI, Claudio Fazzone e Paolo Trancassini nel quale «insieme decideremo cosa fare. Che non si possa andare con Coletta mi pare evidente».