In pausa pranzo si mangiano la mortadella dell’azienda in cui lavorano: operai sospesi

15 Set 2022 19:16 - di Giulia Melodia
mortadella

Si fanno un panino con fette di mortadella dagli scarti: operai di un salumificio sospesi dall’azienda. Sono più o meno questi i titoli che riassumono una vicenda in arrivo da Reggio Emilia. Un caso che potrebbero far pensare a datori di lavoro senza pietà o a dipendenti affamati, furtivamente scrocconi. Due fazioni su fronti contrapposti da un panino della discordia. Anzi, dalle due fette di mortadella che fanno da companatico. E invece no: in realtà, infatti, approfondendo la notizia, la questione sembrerebbe un po’ più articolata. E, soprattutto, datata… Ma andiamo con ordine.

Due operai sospesi per aver mangiato la mortadella dell’azienda in cui lavorano

Dunque, nei giorni scorsi, due addetti al confezionamento di carne e salumi di una nota azienda di Correggio (nel Reggiano) hanno ricevuto una lettera di contestazione disciplinare che annunciava loro l’imminente sospensione. Un richiamo di servizio, quello diramato dall’impresa, di cui danno notizia il Resto del carlino e l’Ansa, che ne riportano gli stralci. «A seguito della segnalazione di diversi episodi gravi, è stata avviata una serie di accertamenti disciplinari tuttora in corso come previsto dalla legge in materia», ha comunicato l’azienda nella missiva. E in riferimento ad alcuni ammanchi negli armadietti degli spogliatoi, evidentemente segnalati dai dipendenti. Precedenti che avrebbero portato all’installazione negli spazi aziendali di telecamere nascoste.

La versione degli operai: «Non abbiamo rubato nulla, avevamo solo fame, erano fette dagli scarti»

Pertanto, dalle immagini l’azienda – riportano il Carlino e l’Ansa – «oltre a scoprire un dipendente (in seguito licenziato) che aveva infilato due prosciutti interi in un borsone, ha notato i lavoratori mentre prendevano fette di salume per poi mangiarle in pausa». Gli operai, però, si difendono e rilanciano: «Erano fette di scarto – spiegano i dipendenti – che abbiamo usato per farcire un po’ di focaccia portata da casa. Non abbiamo rubato nulla, avevamo solo fame durante il turno, dato che i distributori automatici di cibo non bastano per 80 dipendenti. E che al pomeriggio sono già vuoti». Insomma, a detta loro, avrebbero agito in assoluta buonafede e allo scoperto, pur essendo consapevoli della presenza delle telecamere.

La replica dell’azienda: «Non erano scarti, ma intere confezioni destinate al commercio»

L’azienda, da parte sua, ribalta assolutamente gli argomenti e ribatte: «Gli alimenti consumati dai lavoratori coinvolti nella vicenda non erano scarti della produzione, bensì intere confezioni di prodotti a tutti gli effetti destinati alla successiva commercializzazione». Tenendo a precisare anche che: i controlli e i successivi richiami, sono scattati «a seguito di ripetute segnalazioni concernenti gravi episodi che si sono verificati all’interno dello stabilimento». Fatto sta, che gli operai ora temono il licenziamento e hanno impugnato, attraverso i loro legali, le lettere. Chiedendo formalmente di poter rientrare al lavoro, senza subire alcun provvedimento disciplinare. L’azienda ha 15 giorni di tempo per rispondere…

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