Il rapper italo senegalese WadeLeVrai: “Sì, mi esibirei a una manifestazione di destra. Che male c’è?”
“Perché no? Non c’è niente di male. Alla fine se non si condividono certi ideali non per forza bisogna andarci contro. Non condivido il tuo pensiero: punto e stop”. Sono queste le parole con cui il rapper italo-senegalese WadeLeVrai, nome d’arte di Wade Pape Matar, risponde all’Adnkronos alla domanda su una sua eventuale esibizione a una festa o manifestazione di destra.
Classe 2003, nato a Magenta ma cresciuto nel vicino paese di Corbetta, nel profondo hinterland milanese, Wade ha deciso di intraprendere il suo percorso musicale da poco meno di un anno. “Sono cresciuto – dice – con i pilastri su cui si poggia l’attuale scena musicale trap e urban in Italia come Sfera Ebbasta e Izi anche se mi ispiro a vari artisti della scena francese”.
La volontà di sperimentare, di giocare con suoni, parole e ritmi che rimbalzano tra Italia, Francia e il continente africano: sono questi gli elementi alla base della musica di WadeLeVrai. “Secondo me – sottolinea l’artista – c’è anche da imparare da quello che dico e scrivo perché nei miei pezzi ci sono cose che magari una persona occidentale non vive e nemmeno conosce, magari per paura. Si ha sempre timore per tutto quello che riguarda la cultura e, più in generale, il continente africano. A mio avviso si può invece imparare qualcosa di nuovo anche solo entrandoci in contatto”.
Il mix di questi suoni, atmosfere e ritmi così vicini e lontani dall’Italia sono alla base di ‘Mufasa’, il nuovo singolo del giovane artista italo-senegalese uscito lo scorso 29 luglio per Elektra Records/Warner Music Italy. Wade definisce la sua ultima fatica musicale come “un’entrata a gamba tesa. Assieme al mio produttore, abbiamo voluto fare un pezzo afro-banger con un ritornello capace di entrarti subito in testa e non mollarti più anche attraverso giochi di parole tra frasi in italiano e francese”.
Il testo del brano, oltre a mescolare il suo background di sonorità multiculturali, rappresenta la sua voglia di affermarsi come artista e come persona. “Come obiettivo, la prima cosa che voglio fare – dice Matar – è far smettere di lavorare i miei genitori. A essere sincero, non vedo la musica solo come uno sbocco per far soldi. Voglio sistemare la mia famiglia, aiutare gli altri anche attraverso la beneficenza”.
Origini umili, amicizie vere e un unico obiettivo: raccontare la propria realtà in maniera diversa dagli altri. “Utilizzo la lingua francese – sottolinea Wade – in maniera differente da molti altri artisti. Compongo anche intere frasi in francese, non limitandomi a inserire in una strofa una singola parola che, in quel momento, suona bene”.