I paletti di Leo (FdI) sui conti pubblici: “No all’extradebito, aliquote giù e basta tasse sulle case”

14 Set 2022 8:00 - di Lucio Meo

«La presidente Meloni ha detto che va fatto se necessario. E comunque ci sono alternative». Risponde così, sul Corriere della Sera, Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia, sull’ipotesi di creare un extra debito per finanziare il sostegno alle imprese e alle famiglie sul caro bollette. Le risorse contro il caro bollette, è la tesi di Leo e di Giorgia Meloni, in parziale disaccordo con Matteo Salvini, “ci sono già e vanno utilizzate”.

Leo corregge Salvini sull’extradebito

«Ci sono le risorse del maggior gettito Iva legato all’inflazione (6,2 miliardi) e gli extraprofitti che non sono stati recuperati adeguatamente perché l’attuale norma indica una base imponibile sbagliata, legata ai cicli di fatturazione e non ai ricavi che rappresentano il vero extraprofitto dell’energia», spiega Leo, secondo il quale le preoccupazioni di Salvini sono fondate ma – ribadisce  “le risorse vanno cercate altrove: si può anche andare oltre i 13 miliardi. Ci sono i Fondi strutturali da riprogrammare (circa 20 miliardi), come si è fatto durante la pandemia”. «A noi interessa recuperare le risorse per fare un primo intervento sulle tasse: un segnale a imprese e famiglie».

I punti in comune nel centrodestra sul fisco

I rapporti nel centrodestra sono ottimi e si procede insieme, però, su tutto ciò che riguarda i programmi in materia fiscale. «Siamo d’accordo su molte cose: flat tax al 15% degli autonomi, elevando il tetto da 65 mila a 100 mila euro; flat tax incrementale con l’aliquota secca al 15% sui maggiori redditi dichiarati per autonomi e lavoratori dipendenti». E le aliquote? «La riforma sarebbe graduale: cominciando a ridurle a tre (25%, 27% e 43%), poi a due (23% e 33%) e poi in fondo arrivando all’aliquota unica». Il no al reddito di cittadinanza, così come è stato concepito, resta ma “limitandolo al alle situazioni di disagio per recuperare notevoli risorse”.
Altre misure in cantiere, il riordino delle tax expenditures , mentre Leo dice no alla stangata sul catasto. «Non vedo perché l’Italia debba aggiornare i valori catastali quando Paesi come la Francia, la Germania e l’Austria non lo fanno dagli anni ”70. Vanno colpite le situazioni patologiche di evasione».

Niente condoni ma via libera alla tregua fiscale

Condoni? No grazie. In cantiere, per Fratelli d’Italia, c’è invece “un’operazione di verifica sulla reale esigibilità delle cartelle esistenti che valgono 1.100 miliardi, su quelle fino a 3 mila euro proponiamo un “saldo e stralcio”, sulle altre, il pagamento dell’imposta senza sanzioni e la diluizione in 10 anni». Aumenterà, in caso di governo di centrodestra, il tetto del contante a 3 mila euro. «La lotta si fa abbassando la pressione fiscale e usando le banche dati, non vessando chi deve fare acquisti».

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