Gli insulti di Virzì, l’anarchico che ama Draghi: Meloni fascia della Garbatella, Salvini sogna le orge con le nere

17 Set 2022 15:52 - di Redazione
Virzì

Paolo Virzì si definisce un anarchico di Livorno che si commuove vedendo Draghi. E fin qui, l’ossimoro riguarda solo la sua logica stravagante. Interviene tuttavia a Propaganda live, uno dei programmi più a sinistra della tv, per dire che era meglio non andare a votare e finire il percorso con Supermario. Infatti, quando non sono loro a vincere – fa notare Daniele Capezzone – vuol dire sempre che “qualcosa non funziona”. Nel contesto del teatrino di Zoro, invece, Virzì funziona a meraviglia come un sempre più invecchiato Guccini che rinverdisce il mito resistenziale e del quale si replica il video in cui canta Bella ciao contro Meloni e Salvini. Un circo prevedibile, ma il cui livello è sempre più basso.

Basta ascoltare le battute del regista di Livorno. “Quello che mi preoccupa non è tanto la Meloni in sé, non credo neanche che sia più fascista. Lo è stata. Una fascetta della Garbatella. Però è una professionista della politica che intercetta umori… anche Salvini, credo che di notte sogni delle orge erotiche con le nere… è che usano questa voglia di nazifascismo che c’è in settori sempre più ampi della società e non solo in Italia. E’ la democrazia che sta in crisi…”. E ancora: “Vorrei essere chiaro: la Meloni non è adatta a governare, dice che è simpaticissima nel privato. Sticazzi, è una che non è adatta a fare quel lavoro… Va detto chiaramente. E’ anche pericolosa”. Dopo di che, definisce Salvini e Meloni degli avventurieri anche se qualche secondo prima li ha definiti professionisti della politica. E ancora: “Ce la meritiamo la fine del mondo”. Mentre Zoro torna a ridere sui presunti sogni di Salvini.

Uno spettacolo irritante nel quale la sinistra mostra tutta la sua boria, il suo senso di ingiustificata superiorità morale ma anche la sua distanza dalla realtà. Allo stesso tempo con questi siparietti gettano la maschera: il popolo non deve votare perché loro, gli “unti del Signore”, sanno cosa serve e cosa no. Se loro non vincono la democrazia possiede dei difetti. Se il popolo volta loro le spalle arriva la catastrofe. E invece no, arriverà la liberazione dai loro triti luoghi comuni. Di cui non se ne può più.

 

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