Editoriali contro. Giannini: attenti a quel simbolo dove arde la Fiamma. Sallusti: facciamo che accada…
25 Set 2022 11:55 - di Redazione
Da Giannini il solito copione antifascista
“Se davvero FdI risultasse il partito più votato e quindi Giorgia Meloni già a un passo da Palazzo Chigi, le incognite che avremmo di fronte sarebbero tante. C’è un’incognita che ha a che fare proprio con la Storia. L’Italia diventerebbe il primo Stato membro e fondatore dell’Unione governato da una formazione politica nel cui simbolo arde la fiamma del fascismo. So bene che questa “pregiudiziale” non fa più alcun effetto a una vasta schiera di elettori, che come la Sorella d’Italia non erano nati ai tempi di Mussolini e adesso credono di averlo rinchiuso per sempre negli armadi del passato. Resta il fatto che un “evento” del genere non si è mai verificato in nessun altro angolo d’Europa”. Attenti la fascismo “eterno”, dunque. Giannini non trova di meglio che riproporre il luogocomunismo che la sinistra ha sparso a piene mani in campagna elettorale.
Sallusti: il tifo non basta, andate a votare
Più concreto e semplice Alessandro Sallusti su Libero: Letta ci chiede di scegliere? Scegliamo chi sta nel centrodestra. Servono voti validi, aggiunge. “Non basta tifare, noi non siamo spettatori, siamo in campo e per vincere dobbiamo fare, occhio e croce, almeno quindici milioni di gol, cioè di voti validi, altrimenti rischiamo prima i supplementari a urne chiuse e forse anche poi la lotteria dei rigori al Quirinale, quella per intenderci che con qualche trucco ha assegnato gli ultimi sette governi a chi la partita non l’aveva vinta nettamente sul campo. Quindi chiudiamola lì oggi nelle urne con decisione e chiarezza in modo che nessuno domani mattina abbia margine di manovra.
Più la vittoria del Centrodestra sarà netta più è probabile che la coalizione resti unita e più tempo ci vorrà alle sinistre per riorganizzarsi. E poi c’è un’altra questione non secondaria: una signora sta per diventare la donna più importante di sempre del Paese, e sai che soddisfazione pensare che non si chiami Laura Boldrini né Selvaggia Lucarelli e neppure Chiara Ferragni. Non è di sinistra, il suo nome lo conosciamo, facciamo che accada”.