Ecofiguraccia di Letta, il bus elettrico del tour elettorale si rompe dopo due giorni: tornerà in garage

12 Set 2022 10:49 - di Giovanni Pasero
bus elettrico Letta

Quelli del Partito democratico lo avevano chiamato Eco Tour elettorale, presentando con grande retorica ed enfasi il bus elettrico che avrebbe dovuto accompagnare Enrico Letta ai comizi in tutta Italia. È durato appena due giorni, perché il mezzo ecologico si è fermato per motivi tecnici imprecisati, probabilmente un guasto alla batteria. E quel veicolo che doveva rappresentare, nelle intenzioni dei dem, “un’Italia Democratica e Progressista ed ecologista”, lo ha rappresentato come meglio non si poteva. Tante chiacchiere, tanti proclami, risultati fallimentari. Più chiaro di così si muore.

Si scarica il bus elettrico di Letta: il segretario Pd resta a piedi

Come raccontano con qualche ironia molti quotidiani, sabato pomeriggio il bus elettrico con cui il segretario del Pd aveva già fatto tappa in Lombardia, si è fermato perché “scarico”. Il segretario dem è rimasto letteralmente appiedato nel tragitto tra Alessandria e Torino. A quel punto Letta ha dovuto ripiegare su un’auto, anch’essa elettrica per rimanere nel mood ecologista di facciata. Inutile dire che l’arrivo in ritardo al comizio nel capoluogo in Piazza d’Armi ha sollevato più di una risatina dei giornalisti. Letta ha dato ovviamente la colpa alle infrastrutture. Il Piemonte è amministrato dal centrodestra. «Per il nostro Paese è complicatissimo usare la mobilità sostenibile – si è giustificato Letta – Ecco perché il nostro ecotour è anche una denuncia rispetto a questa difficoltà». Ma visto che il segretario dem è arrivato con un altro mezzo elettrico, mezzo che avrà ricaricato in qualche stazione di servizio piemontese, il problema non è sicuramente dovuto alla mancanza di punti di ricarica nella Regione, ma dettato da un banalissimo guasto.

A onor del vero, il bus elettrico scelto dallo staff di Letta non dava l’idea di essere molto affidabile. Un po’ come il partito che rappresenta. Il giorno della presentazione, Carlo Calenda aveva infierito perfidamente. «Ammazza che brutto, secondo me ti hanno già rubato i cerchioni, io non sono stato». Il segretario dem, notoriamente permalosissimo, si era lamentato. «È un campagna elettorale brutta – aveva detto a Brescia, dove si trovava per la prima tappa dell’ecotour – Si è acceso un dibattito sul nostro bus che sarebbe brutto, Calenda non ha altro da fare che parlare dei cerchioni e del colore del nostro bus?». Calenda da oggi può parlare anche della batteria. 

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