Dai divieti del ddl Zan all’obbligo dello schwa: tutto quel che ci aspetta se vincesse il Pd

20 Set 2022 19:51 - di Valerio Falerni
Zan

È vero che gli esami non finiscono mai. A patto, però, che valga per tutti e non per uno solo, com’è stato finora nei confronti di Giorgia Meloni e dei suoi alleati. Già, e gli altri? Partiti, giornali e talk-show mainstream si sono mai chiesti, ad esempio, quale sarebbe il livello di libertà di ciascuno di noi qualora governassero, senza troppi disturbi, Letta e i suoi satelliti? La domanda, diceva Lubrano, sorge spontanea a leggere tra le pieghe di tanti atti targati Pd, a cominciare da quel ddl Zan, strombazzato in ogni dove come la quintessenza di tutti i diritti e invece insidiosissimo nella sua micidiale deriva liberticida? Se diventasse legge, pensate che potremmo manifestare la nostra contrarietà all’adozione di minori da parte di coppie omogenitoriali?

Facciamo gli esami di democrazia alla sinistra

Certo, purché non si sappia in giro. Potremmo sussurrarlo mentre a sbandierarlo rischieremmo l’incriminazione per istigazione alla discriminazione. Lo stesso a dire «non è donna» di un uomo che si sente donna. Balle? Esagerazioni? Leggere, per credere, l’articolo 4 dello Zan medesimo. Non rischia il processo ma di certo il linciaggio mediatico chi azzardasse invece a sostenere che democrazia e antifascismo non sono sinonimi, essendo il comunismo certamente antifascista ma altrettanto sicuramente antidemocratico. Sconsiglieremmo perciò vivamente agli artisti di rifiutarsi di cantare Bella Ciao, pena la loro esclusione dal giro che conta, a partire dalla Rai. E visto che siamo in ballo, neanche deve passarci per la testa dubitare di Greta Thunberg e imputare il climate change al ciclico spostamento dell’asse terrestre piuttosto che alla malvagità dell’Occidente e alla perversione del suo modello di sviluppo.

Ddl Zan liberticida

E guai ovviamente ad esprimere riserve sull’accoglienza indiscriminata degli immigrati o a manifestare perplessità sulle magnifiche sorti e progressive della società matriarcale, come annesso doppio cognome e schwa. Bello, eh? Non so a voi, ma vengono i brividi a pensare a quel che potrebbe sfornare in termini di cappa conformistica la catena di montaggio governo-tv-stampa-cinema-scuola-magistratura, che si parli di ddl Zan o di altre opinioni non conformi. Nel nome dei diritti, beninteso. E sì, perché per la nostra sinistra ex, post e neo-comunista la democrazia consiste nel far parlare tutti allo stesso modo. Evitare di pensarla uguale è l’unica libertà che (ancora) ci concede.

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