Cate Blanchett provoca femministe e MeToo: le molestie? Non sono una questione di genere

1 Set 2022 21:18 - di Redazione
Cate Blanchett

Una rivoluzionaria Cate Blanchett dà da pensare alla platea del Lido scomodando i capi saldi al base del movimento Metoo: «Le molestie? Non sono una questione di genere». E ne è fermamente convinta la star australiana all’apice di bellezza e successo. Tanto più oggi, dopo aver vestito in Tar, di i panni di Lydia Tár – il film di Todd Field in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 di cui è protagonista – una delle più grandi direttrici d’orchestra al mondo. La prima direttrice della più grande orchestra della Germania.

Cate Blanchett a Venezia: molestie? Non sono una questione di genere…

«Mentre facevo questo film non avevo mai pensato al genere del personaggio né alla sua sessualità», spiega infatti a giornalisti e cinefili raccontando il senso della sua interpretazione. E a stretto giro aggiunge: «Non c’è bisogno di essere una direttrice di una delle orchestre più grandi del mondo per sperimentare sentimenti come l’abuso di potere e il tradimento della fiducia». Nel film, infatti, il suo personaggio subisce il maschilismo dell’ambiente in cui lavora ed è costretta sempre a dimostrare la sua competenza di musicologa. Ma, allo stesso tempo, si innamora di due musiciste (Nina Hoss e Sophie Kauer) che sottopone di fatto a molestie, complice anche la sua posizione di potere.

Cate Blanchett provoca dogmi femministi e credo MeToo…

Il che ha portato Cate Blanchett a dire anche: «Dalla prima sillaba che ho letto della sceneggiatura, che è molto ben scritta, sapevo che era quello con cui mi stavo confrontando è un personaggio molto complesso. Tàr è un film su una trasformazione. Ma una cosa che non cambia è che si tratta di una persona che non conosce più se stessa. Lei è un insieme di contraddizioni. Di alti e bassi. E di provocazioni. Ma non ho pensato a questo come ad una questione di genere, finché non sono iniziate le conferenze stampa», sottolinea sorridendo l’attrice australiana premio Oscar, che tra le righe provoca la platea sui dogmi femministi e credo MeToo… E che nelle more confessa anche di sentirsi «tutt’altro che arrivata». Anzi, anche lei, come la sua protagonista, è una persona «in evoluzione. Sto ancora spiccando il volo»…

E sul maschilismo nel mondo del cinema replica: molto è cambiato anche grazie a grandi registi

Non solo. A chi le chiede se all’inizio della sua carriera abbia faticato ad affermarsi per il maschilismo, risponde lapidaria: «Sicuramente anche l’ambiente del cinema è cambiato molto da quando sono entrata nel mondo della settima arte. Ho lavorato molto in teatro e mi dicevano: “Goditi il momento, perché avrai più o meno 5 anni di tempo”… Allora era così. La vita dell’attrice finiva presto. Oggi, però, anche questo è cambiato: e anche grazie a grandi uomini registi. Non è un discorso di genere. Ma di esseri umani»…

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