Ucraina, l’Europa ha pagato 170 miliardi in più di costi energetici. La Russia spinge alla de-dollarizzazione

20 Ago 2022 19:59 - di Roberto Frulli
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È boom di importazioni di petrolio e carbone russi in Cina negli ultimi tre mesi, come emerge dai dati dell’Ufficio delle dogane cinese.

Per il terzo mese consecutivo la Russia è risultato il primo fornitore di petrolio della Cina e a luglio Pechino ne ha acquistato 7,15 milioni di tonnellate, il 7,6 per cento in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Le importazioni di carbone sono aumentate del 14 per cento, arrivando a 7,42 milioni di tonnellate, il picco degli ultimi cinque anni.

“L’Europa in meno di un anno ha pagato al resto del mondo 170 miliardi di euro in più (pari all’1,3% del Pil europeo), in termini di maggior esborso complessivo, a causa degli aumenti dei prezzi energetici e – segnala un documento del Centro studi di Unimpresa centrato sullo scenario economico internazionale – tra i maggiori beneficiari, c’è la Russia di Vladimir Putin”.

“L’allungamento della guerra – avverte Unimpresa – potrebbe portare alla recessione in Italia e non solo. La Bce fa la sua parte, ma non basta”.

“Oltre al maggior esborso pagato ai maggiori produttori mondiali – prosegue Unimpresa – la guerra in Ucraina e il continuo rialzo del prezzo dei prodotti energetici sono un danno diretto grandissimo per la crescita dell’industria italiana: si può stimare che il fatturato 2022 cresca solo dell’1,5%, ben al di sotto del più 4,9% stimato a ottobre. Altro elemento critico è il forte calo della fiducia di famiglie e imprese, da cui derivano le prospettive negative sulla produzione industriale”.

E al Meeting di Rimini, il commissario Ue per l’Economia, il piddino Paolo Gentiloni, ha lanciato l’allarme avvertendo che “Putin può usare l’arma energetica più di quanto abbia fatto finora”.

“C’è un piano di riduzione comune del consumo europeo, stabilito nel 15 per cento, diversificato fra i vari Paesi – ha detto Gentiloni ricordando la strategia dell’Europa per fronteggiare gli effetti delle sanzioni che avrebbero dovuto colpire la Russia. – E’ molto importante per le autorità politiche di tutti i Paesi europei fare appello alla parsimonia, per quanto possibile, nei consumi energetici. Oltre alle politiche di sostegno alle famiglie più vulnerabili da parte dei governi, il risparmio energetico è fondamentale”.

Siamo messi a dura prova – ammette, sempre al Meeting di Rimini, il presidente del Parlamento Ue, la maltese Roberta Metsola. – È il momento in cui dobbiamo rimanere ancora più uniti, perché lo sforzo comune è l’unico mezzo per superare le sfide che ci attendono”.

La Russia, ha avvertito in un’intervista alla Tass il vice ministro degli Esteri russo Alexander Pankin, ridurrà gli scambi con i partner in dollaro ed euro, valute diventate “tossiche”: “Contro le crescenti pressioni geopolitiche dell”Occidente collettivo’, l’unico modo per garantire la stabilità dei legami commerciali, economici e di investimento tra la Russia e i suoi partner è quello di evitare l’uso di valute che sono diventate ‘tossiche’, in primo luogo il dollaro statunitense e l’euro, e passare a soluzioni alternative accettabili, principalmente in valute nazionali”.

Il diplomatico ha osservato che l’attuale sistema finanziario globale costruito da Washington si è dimostrato “inadatto alle condizioni di un ordine mondiale multipolare ed è diventato essenzialmente uno strumento per raggiungere gli obiettivi politici di un gruppo di Paesi”.

“È abbastanza ovvio che nelle condizioni attuali l’Occidente intende continuare ad abusare della sua posizione privilegiata – ha denunciato ancora Pankin – È incoraggiante vedere che molte nazioni, ritenendo le sanzioni contro la Russia straordinarie e illegittime, stanno pensando alla necessità di de-dollarizzare l’attività economica estera per garantire la propria sovranità. Come si è visto, se c’è la volontà politica, la questione è risolvibile”.

L’Onu è intanto al lavoro per superare “alcuni ostacoli” per poter portare beni e fertilizzanti russi sui mercati mondiali, come previsto dall’accordo per sbloccare le navi cariche di grano ucraine, ha spiegato il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.

Portare questi prodotti russi sui mercati internazionali contribuirebbe a “calmare i mercati delle commodities”, ha aggiunto Guterres.

“Siamo all’inizio di un processo molto più lungo. Senza fertilizzanti nel 2022 potrebbe non esserci abbastanza cibo nel 2023”, ha avvertito dopo aver incontrato a Istanbul il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar.

Tali prodotti non sono soggetti a sanzioni ma la Russia denuncia comunque difficoltà a esportarli, in parte per i problemi riscontrati con le compagnie di trasporto private.

In questo scenario Standard & Poor’s , la società statunitense privata dietro a cui c’è, fra gli altri, il famoso fondo d’investimento BlackRock, e che venne chiamata dalla Casa Bianca a risarcire danni per 5 miliardi di dollari per aver gonfiato alcuni titoli immobiliari, i mutui subprime, contribuendo a determinare la crisi dei mutui subprime nel 2008, ha aumentato i rating sovrani a lungo e a breve termine in valuta estera dell’Ucraina a CCC+/C da SD/SD (default selettivo) e il rating di emissione a lungo termine sulle obbligazioni ristrutturate in valuta estera a ‘CCC+’ da ‘D’.

L’Agenzia di rating statunitense privata ha comunicato che la decisione è stata presa in seguito “al completamento della ristrutturazione del debito” in una situazione di difficoltà.

Sul fronte bellico oggi c’è da registrare un attentato – sventato – contro il sindaco filorusso di Mariupol Konstantin Ivashchenko, che è rimasto illeso e le autorità hanno sigillato lo zoo della città, il luogo in cui è avvenuto l’agguato.

Le forze russe, dal canto loro, hanno bombardato un palazzo residenziale e diverse case unifamiliari a Voznesensk, a 20 chilometri dalla centrale nucleare di Privdennoukrainsk, nella regione di Mykolayev, ha denunciato il governatore, Vitaly Kim. Nove persone sono rimaste ferite, fra cui quattro bambini di età compresa fra i tre e i 17 anni. I minori sono tutti in gravi condizioni.

È un drone che sorvolava un edificio per lo staff della Flotta del Mar Nero, a Sebastopoli, in Crimea, è stato abbattuto dalle difese aeree della base, ha rivelato il capo dell’amministrazione russa della città, Mikhail Razvozhayev, spiegando che l’esplosione avvertita questa mattina è stata causata dalla caduta dei resti del drone abbattuto.

“È caduto sul tetto ed ha preso fuoco”, ha detto, precisando che non ci sono vittime. L’incidente di oggi si aggiunge alle numerose esplosioni registrate nei giorni scorsi in Crimea, di cui l’Ucraina non ha rivendicato ufficialmente la responsabilità.

 

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