Pedrizzi: “Velenosi attacchi a Meloni e Salvini dal Sole24Ore non sui programmi ma sulle etichette”

2 Ago 2022 16:56 - di Lucio Meo

“Con un editoriale velenoso e strumentale del professor Fabbrini, l’altro ieri anche il “Sole24Ore” ha avuto una caduta di stile, lasciandosi andare in beceri riferimenti ai nazionalismi e ai populismi, riferendosi in genere alla destra italiana. Nella sua analisi in un fondo che l’altro ieri il giornale di Confindustria titolava sulle presunte minacce ‘istituzionali’ della destra nazionalista di Meloni e Salvini”, il professor Fabbrini si è spinto al punto da ipotizzare ripercussioni sulla Costituzione formale sulla base di presunte svolte anti-europeiste di un futuro governo di centrodestra”, dichiara Riccardo Pedrizzi, già presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato.
Fabbrini “tira in ballo posizioni critiche inizialmente formulate da Lega e FdI sulla ripartizione dei fondi del Pnrr ampiamente superate nei fatti dal dibattito parlamentare, ma anche futuri conflitti sul sovranismo legislativo con la Ue che minaccerebbe le istituzioni, gli equilibri e gli assetti istituzionali”, spiega Pedrizzi.
“Tutto ciò nonostante quello stesso articolo ammetta che i ‘paletti’ alla supremazia delle norme europee su quelle nazionali siano stati sollevati diverse volte da forze politiche della nazione più europeista del continente, la Germania. Chi sa cosa sia davvero il conservatorismo a cui fa riferimento Giorgia Meloni nel suo programma politico non può che ritenere gratuiti i sospetti ed i dubbi sollevati artificiosamente ed artatamente dall’articolo dell’autorevole quotidiano degli industriali italiani, che scopriamo più interessato alla polemica strumentale nei confronti di quelle forze politiche che hanno buone possibilità di uscire vincenti alle prossime elezioni di settembre, piuttosto che ai programmi economici”, dice ancora l’ex senatore di An.
“I dubbi sulla capacità di Giorgia Meloni e Matteo Salvini di accettare i vincoli della nostra costituzione materiale sembrano più adatti ad essere rappresentati su un giornale di partito della sinistra che sull’organo ufficiale di chi rappresenta il motore del Paese ed è chiamato a vigilare sulla serietà delle idee e non sulla retorica delle parole”. Ed, oltretutto, ci fanno tornare indietro a delle categorie del dibattito politico ormai superate dalla storia, conclude Pedrizzi.

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